SULMONA – Sulmona è pronta ad accelerare per la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 ma persiste il problema legato alla fornitura di vaccini. E’ di oggi la notizia della cancellazione di trenta vaccinazioni in programma per il pomeriggio nell’ambulatorio dell’Incoronata per la carenza di Pfizer. Un nuovo carico è atteso in queste ore ma tra i 150 soggetti inseriti in elenco, almeno una trentina sono stati contattati dalla Asl per fissare un nuovo appuntamento. E’ un problema che coinvolge l’apparato centrale del governo e non è certamente legato alla realtà locale. La Asl, dal canto suo, ha fatto sapere che sta facendo la sua parte. Proprio oggi è stato inaugurato il centro vaccinale dell’Incoronata, interessato da un potenziamento delle postazioni, da due a otto per arrivare dalle 200 alle 400 inoculazioni giornaliere. “Stiamo mettendo in campo tutte le energieâ€, dichiara il manager Asl, Roberto Testa, “con la piena mobilitazione di uomini e mezzi. Sulmona è un centro cruciale per tutto il territorio peligno e dobbiamo schiacciare il piede sull’acceleratore per immunizzare via via tutte le fasce di popolazioneâ€. Testa è intervenuto alla breve cerimonia assieme al sindaco, Annamaria Casini e al Direttore della Prevenzione, Domenico Pompei che ha confermato che, con questi numeri, si può puntare all’immunità di gregge per settembre. Dal primo marzo scorso, giorno di attivazione del centro al palazzetto dello sport di Sulmona, sono state somministrare circa 5.200 dosi ma l’intento, come detto, è quello di alzare sensibilmente il ritmo delle inoculazioni, tenendo aperta la sede anche la domenica. Sono 9300 le dosi inoculate se si considera anche Pratola. Resta il problema della carenza dell’organico Siesp e su questo punto l’azienda sta lavorando. Si tratta di operatori sul fronte da un anno, tornati in affanno tra vaccini, tamponi, tracciamenti e prestazioni ordinarie. Nella sede vaccinale di Sulmona operano 2 medici e 2 infermieri, a cui si stanno per aggiungere altre 3 unità , oltre a 2 operatori socio sanitari.
Andrea D’Aurelio