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Non ci stiamo a guardare mentre si gioca di demagogia sulla pelle delle attività produttive cittadine. L’ordine del giorno presentato ieri in Consiglio comunale da Fratelli d’Italia e Lega è un atto più di sapore elettorale che di sostanza materiale che, al di là della forma raffazzonata con la quale è stata presentata, presenta criticità di attuazione e risultato. Pur comprendendo il bisogno di Fratelli d’Italia di rafforzare la propria leadership nel centrodestra tramite l’opposizione alle scelte del governo centrale, troviamo imbarazzante la posizione della Lega che dopo aver voluto fortemente prendere parte nella squadra di Draghi si ritrova costantemente all’inseguimento dei meloniani.
Entrando nel merito dell’atto constatiamo che la volontà sbandierata di aiuti alle imprese non trova rispondenza nello strumento utilizzato, tanto più se tra qualche giorno si approverà il bilancio di previsione 2021-2023. È infatti all’interno di quella discussione che la maggioranza dovrà dimostrare tutta la capacità nel reperire le risorse e utilizzarle per le categorie produttive cittadine. Questo ordine del giorno per noi certifica solo l’inadeguatezza politica e amministrativa di questa maggioranza, segnando anche il passo nella fiducia riservata all’assessore al bilancio, Raffaele Daniele, di fatto ritenuto incapace di interventi veri a sostegno delle attività produttive.
Inoltre le riduzioni sulla fiscalità che vanta questo centrodestra non derivano dal lavoro fatto in quattro anni di governo sulle risorse comunali ma da un intervento reso possibile dal Governo attraverso un fondo nazionale – istituito presso il Ministero degli Interni – che ha permesso sia nel 2020 che nel 2021 un intervento fiscale capillare a sostegno delle categorie colpite dalle chiusure pandemiche. Parliamo di interventi nazionali, frutto di concertazioni a volte anche aspre tra stato ed enti territoriali, quindi di compensazioni del Governo centrale e non della giunta Biondi.
Quello che la ritrovata compagine di centrodestra dovrebbe invece spiegare è come mai si evita sempre di citare i 15 milioni fermi del Restart per la ripresa delle attività produttive, fondi su cui il centro sinistra ha fatto sentire sempre la sua voce. In ordine, i 5 milioni rimanenti del bando Fare centro fermi per l’incapacità di rinovare la convenzione con Abruzzo Engineering ai fini dell’opportuna istruzione delle pratiche di rendicontazione pervenute agli uffici regionali e i 10 milioni di euro, disponibili grazie al trasferimento operato dalla Struttura di Missione nel 2019, destinati alle attività produttive dell’Aquila e del cratere, di cui il 50% a favore dell’accesso al credito e il 50% a favore del fondo perduto, rimaste nel cassetto della Fira senza che nessuno degli esponenti del centrodestra si sia mai interessato. Sono risorse che avrebbero potuto e dovuto svolgere un ruolo fondamentale per la ripresa post sismica del 2009,  che oggi diventano ancor più imprescindibili con la pandemia in atto. Questa non è più una constatazione dell’opposizione ma un grido sempre più forte che arriva dalle imprese del territorio che questo centrodestra forse dovrebbe maggiormente ascoltare.

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