In questa lunga fase di pandemia l’emergenza economica ha prodotto per molte persone la contrazione o la privazione totale di un reddito, tale situazione si innesta su un terreno sociale già fragile, che vede anno dopo anno uno scivolamento continuo verso condizioni di povertà assoluta dei soggetti più deboli delle nostre comunità . Il Decreto “Sostegni†ripropone il Reddito di Emergenza (REM), quale strumento di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà e prevede l’accesso anche a coloro che hanno perso il posto di lavoro, hanno visto scadere la conseguente indennità di disoccupazione fra il 1 luglio 2020 ed il 28 febbraio 2021 e presentano un ISEE inferiore a 30.000 Euro. Si tratta di persone che non avrebbero avuto accesso ad altri contenuti di sostegno al reddito per via delle rigidità dei requisiti richiesti. Già nei prossimi giorni invece si potrà richiedere la corresponsione di tre mensilità , per un valore fisso di 400 euro, nelle modalità che saranno indicate dall’INPS a partire dal 7 Aprile ed entro il termine massimo del 30 Aprile 2021. In alternativa, i richiedenti che appartengono ai nuclei familiari in condizione di difficoltà economica possono accedere al Reddito di Emergenza per tre mensilità con un valore che va da 400 a 840 euro, a condizione che il richiedente risieda regolarmente in Italia, il valore del reddito familiare nel mese di febbraio 2021 sia inferiore all’ammontare del beneficio, lo stesso disponga di un patrimonio mobiliare inferiore a 10.000 euro (incrementabile in alcuni casi specifici) e presenti un ISEE inferiore a 15.000 Euro. Il REM non è compatibile con il reddito e pensione di cittadinanza, con l’accesso alle indennità COVID dell’art.10 DL 41/2021, la titolarità di una prestazione pensionistica diretta o indiretta ad eccezione delle invalidità e con i redditi da lavoro alle condizioni previsti dalla legge. Il Governo ha dovuto quindi prendere atto che la platea dei potenziali beneficiari si è decisamente allargata e che la questione della disuguaglianza sta assumendo livelli di grande rilievo. Si nota il tentativo di rafforzare il tratto dell’intervento sulla politica attiva del lavoro ma c’è ancora molto da fare perché l’intervento possa assumere un significato diverso con la costruzione di piena e buona occupazione. Nei prossimi giorni il Patronato INCA CGIL sarà impegnato in una campagna di informazione e nell’attività di assistenza per la redazione delle pratiche di accesso agli strumenti di sostegno al reddito. Resta tuttavia in piedi la necessità di investimenti straordinari per lo sviluppo del Paese ed una decisa presa di posizione in aiuto di chi è rimasto indietro, visto che in Italia ci sono un milione di nuovi poveri in attesa di risposte da parte della politica.