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SULMONA - Rendere permanente l’impiego di personale oss, operatori socio-sanitari, all’interno degli istituti di pena.  A chiederlo è Mauro Nardella della Uil Pa, in vista della scadenza del contratto agli operatori fissata per il prossimo 30 aprile. L’idea avuta di utilizzare questa nuova figura nei penitenziari di Sulmona, L’Aquila e Avezzano si è sin da subito mostrata non solo geniale ma anche e soprattutto foriera di un positivo riassetto organizzativo dell’Area Sanitaria insistente all’interno delle carceri. In considerazione della strategica funzione di questi importantissimi operatori, in una lettera inviata alle istituzione competenti la Uil ha chiesto di rendere strutturale il loro utilizzo assegnando in pianta stabile a questa tipologia di realtà questa particolarità di personale. “Della risposta a questa lettera tuttavia non se ne è avuta traccia – scrive Nardella -. Nessuno degli attori interpellati ha offerto un suo parere e/o contributo sulla questione posta. Eppure la tematica meriterebbe molto più che una semplice risposta all’invito fatto di assegnare definitivamente un ruolo di questo genere alle infermerie carcerarie. Il tutto non solo perché, proprio in virtù del netto miglioramento che hanno saputo dare alle dinamiche sanitarie all’interno delle carceri aquilane, hanno dimostrato di essere efficaci ed essenziali ma anche e soprattutto perché la loro stabilizzazione arresterebbe quella forma di demansionamento alla quale sarebbero chiamati gli infermieri visto che in assenza degli OSS sarebbero proprio loro a doversi assogettare le loro funzioni”. Da qui la richiesta di stabilizzare gli operatori oss in carcere.

Andrea D’Aurelio

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