SULMONA - La conferma del vaccino somministrato è arrivato via sms con tanto di prenotazione per il richiamo nel centro vaccinale. Ma a loro, tre persone residenti in Valle Peligna, la prima dose non gli è stata proprio inoculata. Caos e disagi non si fermano sul fronte della campagna vaccinale, anche dopo il passaggio dalla piattaforma Asl a quelle delle Poste. Tutto sarebbe legato alla trasmissione dei dati che confondono ancora gli utenti. Il primo caso segnalato in redazione è quello di un anziano che, inserito nell’elenco della seduta vaccinale, non si è presentato in ambulatorio per un imprevisto dell’ultimo minuto. Quando stava per ricontattare il sistema al fine di farsi reinserire nella prima seduta utile, gli è arrivata la convocazione per la seconda dose. Un episodio simile si è verificato a una giovane coppia, entrambi caregiver, che dopo la valutazione medica non si sono sottoposti al vaccino AstraZeneca. Per cui devono essere riconvocati per un altro vaccino. Il messaggio, anche in questo caso, è arrivato per la seconda dose. Un mero errore di caricamento dei dati nel sistema che sicuramente sarà risolto ma fa il paio con le criticità finora rilevate. Il cambio di piattaforma, va ricordato, garantisce un metodo più trasparente. L’utente in pochi minuti è in grado di conoscere data ed ora della vaccinazione. I problemi più rilevanti riguardano le forniture dei vaccini. Fino al 29 aprile continuerà molto probabilmente questa altalena di numeri. Si è passati dalle 2600 inoculazioni al giorno di due settimane fa alle 1500 di oggi. Penalizzati i fragili perchè, con il Pfizer a singhiozzo, non possono essere contattati. Quanto ad AstraZeneca si sta pensando a un open day over 60, ovvero da 61 a 79 anni, viste le 1500 dosi a disposizione nei magazzini della Asl. La data selezionata è quella di domenica 25 aprile dalle 9 alle 12 ma per l’ufficialità la Asl sta prendendo tempo anche perchè bisogna gestire i flussi e non creare assembramento davanti agli ambulatori. La speranza è che per fine mese la campagna vaccinale possa davvero decollare.
Andrea D’Aurelio