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SULMONA – L’auto, anche se visibilmente danneggiata, non era esposta alla pubblica fede. Se l’è cavata una donna di etnia roma, S.D.R, finita ieri davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, per la lite con un suo congiunto. Secondo il castello accusatorio l’imputata, il 25 giugno 2018, si sarebbe recata sotto casa di un suo parente e avrebbe colpito l’auto parcata nel cortile con un girabacchino, danneggiando la parte anteriore e posteriore del mezzo. Non un graffio insomma. I danni erano visibili e notevoli per la persona offesa tant’è che, da tale episodio, ne è scaturito un processo a carico della donna. La stessa è stata comunque assolta dal Tribunale poiché, in linea con la tesi difensiva dell’avvocato Stefano Michelangelo, la vettura non era considerata esposta alla pubblica fede ma sotto il diretto controllo del proprietario. Sarebbe inoltre mancata la prova della sua presenza nel cortile, ovvero della sussistenza del fatto. Da qui la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice. Una vicenda curiosa tale da balzare alle cronache. (a.d’.a.)

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