SULMONA – Non avrebbe badato all’infezione in corso, accertata con test antigenico rapido, prendendo parte al banchetto di festa, che si sarebbe svolto in un’attività di ristorazione della zona. La segnalazione tanto grave quanto agghiacciante arriva alla nostra testata e fa accapponare la pelle riguardo la consapevolezza del rischio contagio da Covid-19. Non sarebbero bastati due lunghissimi anni di pandemia per comprendere certi meccanismi, il più delle volte collaudati e in alcune occasioni ignorati, come nel caso di specie. Il soggetto in questione, residente sul comprensorio peligno-sangrino, avrebbe scoperto la propria positività in farmacia lo scorso week end. Pur sapendosi infetto e asintomatico, in barba alla normativa vigente, avrebbe preso parte al “pranzo irrinunciabile”, legato verosimilmente ad una ricorrenza o circostanza a lui cara, a tal punto da spingerlo a uscire di casa pur essendo costretto all’isolamento. “E’ un episodio che ci ha fatto riflettere un po’ a tutti. Dopo due anni non si possono tollerare certi atteggiamenti”- scrivono alcuni conoscenti. Segnalazioni di questo tipo, va ricordato, dovrebbero finire sul tavolo delle forze dell’ordine, se rispondenti al vero. L’occasione è buona per ricordare che dallo scorso 1 aprile la quarantena è cessata solo per i contatti dei casi accertati, ovvero per chi entra in contatto con un positivo Covid. Nel caso di specie si osserva un periodo di auto sorveglianza, per dieci giorni dall’ultima esposizione al caso, con obbligo di mascherina al chiuso e in caso di assembramenti. Ci si sottopone al tampone solo in caso di sintomi. Lo stesso, se negativo, va ripetuto dopo cinque giorni in caso di permanenza della sintomatologia. Per i positivi accertati invece, come nel caso del “furbetto del pranzo”, è necessario osservare l’isolamento domiciliare almeno per sette giorni, per i vaccinati con tre dosi o con due entro 120 giorni. L’isolamento si allunga a giorni dieci per i non vaccinati. Insomma non basta un pranzo, seppur significativo o importante, per liberarsi del Covid. La preoccupazione rispetto al passato si è allentata visto il contenimento dei ricoveri per l’effetto della campagna vaccinale e per la sintomatologia leggera del Covid in versione Omicron che accorcia di molto la quarantena. Questo però non deve portare ad annullare la consapevolezza del rischio poiché l’emergenza è terminata ma la pandemia no, nel senso che il tasso di ospedalizzazione e di letalità risulta pressocchè nullo ma quello di contagiosità resta elevato. Da qui l’importanza di atteggiamenti prudenti.