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Nello sport come nella psicoanalisi ci sono sempre un percorso e delle tappe.
Tra la pratica sportiva e la psicoanalisi c’è quindi una forte correlazione: le accomunano la dedizione, la perseveranza, il metodo e una tecnica specifici per ogni disciplina. Se ne parlerà sabato 10 settembre, alle 18.45, presso la sala congressi dell’Hotel Meeting di Sulmona (L’Aquila), a margine della manifestazione “In Bici contro il dolore” (iniziativa promossa dalla Fondazione Isal – Terapia del dolore).

Un importante incontro sul tema “Sport e psicoanalisi – benessere e salute in tempi di pandemia”. A partecipare all’interessante dibattito, saranno la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, curatrice insieme a Monica Horovitz del volume “Psicoanalisti in lockdown. Efemeridi di menti a distanza” (Solfanelli), il presidente dell’Associazione Amici dell’Isal e vice presidente della Fondazione Isal, Gianvincenzo D’Andrea e l’editore Marco Solfanelli. L’incontro, curato dall’agenzia letteraria Contrappunto House Of Books, sarà moderato dalla scrittrice Rosa Gargiulo.

“Nel ciclismo come nell’analisi c’è un percorso e ci sono delle tappe”, spiega Adelia Lucattini, “Un atleta ha il suo coach così come ogni paziente ha il suo analista da cui è seguito, aiutato, sostenuto e guidato. In entrambe le situazioni atleti e coach, pazienti e psicoanalista si muovono in un contesto in cui vi è una tecnica consolidata e sempre aperta al nuovo; seguono un percorso di preparazione o di cura; hanno un tempo, il timing, che è fondamentale nella preparazione come nel processo di miglioramento e guarigione. Hanno una formazione, un training, si applicano e fanno sacrifici ripagati dai risultati. Nel ciclismo c’è la squadra, così come in psicoanalisi e c’è il gruppo. L’incontro offrirà lo spunto per mettere a confronto ciclisti, medici, scrittori e analisti, come hanno vissuto durante il lockdown e dopo il lockdown, per capire come sono cambiati il “lavoro” e il contesto con la pandemia”.

Il volume “Psicoanalisi in lockdown. Efemeridi di menti a distanza” raccoglie le testimonianze di un gruppo di quattordici psicoanalisti dislocati in diverse nazioni (Francia, Italia, Argentina e Libano), sulla loro attività professionale durante il lockdown del marzo 2020, dovuto alla pandemia da Covid-19. Si tratta di riflessioni nate all’interno del gruppo tenuto da Monica Horovitz alla Société Psychanalytique de Paris fin dal 2003 e stimolate dalla psichiatra e psicoanalista argentina Janine Puget.
Il libro è scritto sotto forma di diario in cui gli autori si confrontano con l’imperativo etico di stare accanto ai loro pazienti in un momento di pericolo e di crisi globale.

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