SULMONA – Morì in ospedale a distanza di una settimana dall’intervento chirurgico ma non ci fu alcuna imperizia da parte dei sanitari operanti. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, che ha disposto l’archiviazione del procedimento penale per sette medici dell’ospedale dell’Annunziata che erano finiti sotto inchiesta, con la pesante accusa di omicidio colposo, per la morte di Antonio Di Paolo, 71 enne di Pescasseroli, già assessore comunale in paese. I fatti risalgono all’8 settembre 2020. Dalla denuncia dei familiari, che fece scattare l’intervento della magistratura, è emerso che il 71 enne era entrato in ospedale nella giornata di ferragosto per un ittero. Dopo l’asportazione dei calcoli i medici decisero di rimuovere pure la cistifellea, alla luce degli accertamenti sanitari svolti. Intervento eseguito in laparoscopia il 31 agosto 2020. Il 6 settembre l’uomo accusò un forte decadimento fisico e psichico oltre ad un blocco renale e intestinale, riscontrato con la Tac. Nonostante le richieste pervenute dalla famiglia, i medici avrebbero sconsigliato il trasferimento del paziente in altra struttura. L’8 settembre il cuore del 71 enne si fermò. Da qui la contestazione dell’imperizia e della negligenza all’equipe chirurgica, primario compreso. Secondo i querelanti l’operazione svolta e la gestione del paziente avrebbero cagionato il decesso del paziente. Di tutt’altro avvisto i sanitari. Dalle risultanze dell’autopsia svolta dall’anatomopatologo, Ildo Polidoro e dall’esame delle cartelle cliniche acquisite, l’ipotesi di una responsabilità dei medici in ordine al decesso del paziente non ha trovato alcun riscontro. Dalle indagini espletate e dalla consulenza medico-legale, risulta che il decesso della persona offesa è riconducibile ad un evento naturale e che non vi è stata alcuna condotta negligente dei sanitari dell’ospedale, come rilevato dal giudice. Il consulente aveva inoltre chiarito che gli interventi dei sanitari sono stati adeguati e tempestivi rispetto alle condizioni in cui versava il paziente alla data del ricovero e alle numerose patologie pregresse di cui lo stesso era affetto. Da qui l’archiviazione del procedimento per omicidio colposo che risale ai mesi scorsi ma la notizia è trapelata solo in queste ore. I sette medici (difesi dagli avvocati Elisabetta Bianchi, Alessandro Scelli, Stefania Casaccia, Piercarlo Cirilli, Armando Valeri, Antonella Di Nino e Pietro Milo) sono stati quindi scagionati.