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PRATOLA PELIGNA – Dei tre proiettili esplosi uno si sarebbe conficcato all’interno di una delle due abitazioni prese di mira mentre gli altri avrebbero perforato i montanti della facciata. A distanza di poco più di una settimana dall’inquietante vicenda degli spari a Pratola Peligna, avvenuta nella notte tra il 3 il 4 febbraio, emergono nuovi particolari sulla dinamica dell’episodio che ha scosso e non poco la cittadina peligna, in primis il quartiere di via XXIV maggio, dove i colpi di calibro 7.50, sarebbero stati esplosi da mano ignota, probabilmente da una pistola come emerso dagli accertamenti tecnici svolti dal Nucleo Operativo dei Carabinieri della compagnia di Sulmona che si stanno occupando del caso. Dopo aver definito il quadro e raccolto indizi ed elementi utili dalle sommarie informazioni, le indagini dei militari si starebbero concentrando sulle celle telefoniche e sui tabulati delle vittime per esaminare nel dettaglio le conversazioni dell’ultimo periodo. I soggetti residenti nelle due abitazioni non sarebbero legati a filoni particolari nè a soggetti particolarmente noti. Per cui si starebbe scavando nella sfera personale, privata e lavorativa. Da qui l’acquisizione dei tabulati come da prassi. Tutte le piste al momento restano aperte, anche quella del “terzo” bersaglio, di qualcuno cioè che frequenta assiduamente la zona o che passava da quelle parti nonostante l’ora tarda, dal momento che i colpi di piombo puro esplosi sulle facciate non sarebbero centrati. Fortuna che quella notte, salvo il grande spavento, non si registrarono feriti. Il proiettili entrato in casa si è fermato nei pressi della porta d’ingresso. La vicenda resta inquietante. Per questo le indagini proseguono senza sosta al fine di fare luce e chiarezza.

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