SULMONA – Ci sarà anche la vertenza della San Raffaele nella protesta della sanità in programma questa mattina nel capoluogo di regione. La clinica sulmonese, eccellenza sul fronte della riabilitazione, chiede garanzie alla Regione Abruzzo all’indomani della riorganizzazione della rete ospedaliera. Il suo ruolo strategico, secondo la sede centrale, non sarebbe stato definito dalla politica. Questo potrebbe comportare più di un problema sul piano finanziario ed occupazionale tant’è che i 130 dipendenti restano col fiato sospeso. Non basterà l’adeguamento del badget ma serve un inquadramento specifico per tracciare il futuro della struttura sanitaria che assicura un indotto notevole sul territorio. Un campanello d’allarme che suona in un momento non proprio roseo per la sanità. Nelle prossime ore si manifesterà davanti alla sede Asl per la carenza di servizi territoriali ed ospedalieri. Sulmona ha più di un motivo per alzare la voce. Nonostante il bando per primari in ospedale, il primo livello resta solo sulla carta per le turnazioni con un solo medico al pronto soccorso, ematologia ridotta al minimo, diabetologica con solo due medici, oculista senza materiale, elettromiografia non funzionante, spirometria globale fuori sede. Meglio non va sul territorio per la neuropsichiatra infantile e per i pediatri. A chiudere il cerchio il macigno della San Raffaele la cui sopravvivenza diventa dirimente per creare percorsi tra ospedale e territorio. Ma la politica anche questa volta sembra cadere dalle nuvole