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Un incontro surreale quello di stamattina con l’intero management della Asl N.1, a margine del quale come Gruppo di “IL PASSO POSSIBILE” manifestiamo dissenso verso le esternazioni del Direttore Generale Romano, che è arrivato persino a definire “narrativa” quelle tante criticità in cui versa la sanità aquilana, con l’unico obiettivo di far passare demagogicamente il messaggio che tutto sia a posto e nella norma. Con buona pace del Dott. Romano purtroppo non è così e se la sanità aquilana da troppo tempo è in condizioni disperate, per usare il gergo medico, con un drammatico abbassamento dei livelli di programmazione, è anche per la sua inadeguatezza nel gestirla. Motivo per cui avevamo chiesto conto e soluzioni immediate, invece anche questa mattina di nuovo un nulla di fatto…

La già palese difficoltà nel garantire al meglio le prestazioni sanitarie “ordinarie” e i servizi essenziali al malato registrata ben prima dell’avvento della pandemia ( interminabili file al CUP e Pronto Soccorso, lunghe liste d’attesa, mancanza di personale medico e sociosanitario) esasperata poi dalla pressione, a tratti insostenibile, che l’emergenza Covid ha creato ai medici e operatori della Salute e agli utenti stessi, si è aggravata ancor più in conseguenza del recente attacco hacker ai sistemi informatici interni, che ha certificato ancor più, ed anzi acuita, l’assoluta incapacità dei vertici aziendali nella gestione anche della fase emergenziale. Una situazione che si è protratta inopinatamente per diverse settimane, senza che gli utenti fossero minimamente sostenuti e informati, con un silenzio sulla vicenda per giorni interi a fronte della necessità di cure, per molti, imprescindibili. Tanto di cui parlare ed invece oggi la figura apicale della ASL ha preferito riferire  per ore e ore solo di conti, di bilanci, di gestione ragionieristica della ASL n.1 e mai di quantità dei servizi e qualità di prestazioni che, fino a prova contraria, dovrebbero rappresentare il fine principale del mandato di un manager. Eppure, l’abbiamo evidenziato come gruppo più volte, il diritto alla Salute dovrebbe superare di gran lunga i pur sacrosanti equilibri di bilanci economici e finanziari, e la razionalizzazione dei costi andar bene nel limite in cui non sfoci mai in un disservizio per l’utenza, ed è evidente come qui si sia calcato troppo la mano. Nessuna risposta dai vertici ASL,poi, su cosa fare dei nuclei di cure primarie ( non si sa nulla nemmeno delle capienze messe a bilancio e non è stata fornita prova su ipotetici aggravi di costi rispetto a prima!), conferme invece sulla (folle) volontà di realizzare le case di Comunità all’interno degli Ospedali, in primis il San Salvatore, con ciò andando nella direzione contraria per le quali, invece, erano state previste e finanziate dal PNRR, cioè di creare strutture che offrissero servizi di assistenza sanitaria proprio laddove il territorio ne fosse sprovvisto (!). Un manager, invece, tornato improvvisamente lucido quando ha ammesso di essere stato lasciato solo da quella stessa parte politica che lo ha nominato, evidentemente molto più concentrata a limitare le beghe interne alla coalizione piuttosto che occuparsi dell’emergenza che attanaglia la Sanità territoriale. Non è più tempo di tergiversare: nella totale incapacità, di porre rimedio, fornire risposte, risolvere problemi rimane solo una possibilità di uscita: Marsilio, Biondi e l’intero Governo regionale di centro destra prendano atto delle politiche fallimentari della Regione Abruzzo in materia sanitaria e si assumano la responsabilità di quanto sta accadendo, trovando soluzioni ai problemi dei cittadini più che trovarle ai loro.

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