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Sul Gran Sasso, la montagna più alta degli Appennini, sta per avvenire un’importante cambiamento: un nuovo nome che si attendeva ormai da troppo tempo. Questo grande massiccio montuoso, situato interamente nella regione Abruzzo, al confine tra le province dell’Aquila, di Teramo e di Pescara, è una montagna che ha fatto spesso da scenario a numerosi eventi storici. Basti pensare che già all’epoca degli antichi romani questa montagna ha sempre avuto un’importanza strategica. Nel corso dei secoli, la cima di 2912 mt di altitudine, ha cambiato più volte il nome. Durante l’epoca dei nostri antenati latini, infatti, il suo nome era Fiscellus Mons ovvero Monte ombelico. Mentre nel Medioevo era stato chiamato Monte Corno. Solo nell’epoca rinascimentale gli viene riconosciuto il nome di Gran Sasso quando, Francesco Zucchi Montereale scrisse un poemetto riferendosi alla montagna definendola il Sasso d’Italia. Da allora, la più alta montagna della catena montuosa degli Appennini è conosciuta con il nome di “Gran Sasso d’Italia”. Ma ora c’è un importante novità che riguarda il cambiamento del nome di una sua parte. C’è una strada ferrata sul massiccio, dedicata al presidente del Cai Guido Brizio. Si tratta di un personaggio che è stato coinvolto nell’epurazione degli ebrei durante il periodo fascista. A breve, la suddetta strada ferrata cambierà nome. Si tratta di un cambiamento atteso per oltre 85 anni. Il presidente della sezione di Roma del Cai, Guido Brizio, si era occupato, nel periodo che va tra il 1938 al 1939, dell’epurazione dei soci ebrei. In suo onore, era stata rinominata la strada ferrata del Gran Sasso che, finalmente, ora torna a cambiare nome. La decisione è stata presa qualche giorno fa dalla sezione di Teramo del Cai, che è proprietario da quasi vent’anni della strada ferrata.
Si tratta di una strada che collega la Sella del Brecciaio con la Sella dei due Corni e le pareti del corno piccolo. Con ogni probabilità il nuovo nome della strada ferrata del Gran Sasso d’Italia sarà Ferrata dei Ginepri. In questo modo, il percorso sarà ribattezzato con il nome del vallone sul quale si affaccia. Inizialmente, erano stati proposti altri nomi come Ferrata Ajò- Jannetta, come i nomi dei due soci epurati da Brizio. La decisione di cambiare il nome era nell’aria già da un anno e mezzo. Non a caso lo scorso 25 gennaio sono state presentate le scuse alla comunità ebraica, con la consegna di trenta tessere alla memoria ai discendenti dei soci epurati. Anche se si tratta di eventi accaduti 85 anni fa, il Club alpinisti italiani ha sottolineato l’importanza di fare giustizia storica.

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