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SULMONA – Avrebbero applicato tassi usurai da capogiro, fino al 285 per cento, dal luglio 2013 fino al maggio 2015 in danni di tre imprenditori di Sulmona. Con la pesante accusa di usura e favoreggiamento tre persone sono state rinviate a giudizio questa mattina dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli. Si tratta di M.D.G ed E.Z., due operai sulmonesi e due appartenenti alla Guardia di Finanza che operano fuori sede, T.T. e M.T., la prima imputata per il concorso in usura anche se con posizione più marginale e l’altro per favoreggiamento. A far scattare l’inchiesta e quindi ad attivare la magistratura era stata la Banca d’Italia che aveva notato anomalie sul conto delle persone coinvolte, tre commercianti sulmonesi che operavano in diversi settori legati ai servizi alla persona, finiti nel giro dell’usura. Secondo il vasto castello accusatorio M.D.G. quale elargitore del prestito e la donna in divisa ,addetta alla riscossione dei pagamenti, si sarebbero fatti dare o, comunque, promettere dalle vittime interessi usurari. In una circostanza, ad esempio, a fronte di un prestito di € 15.000 gli indagati avrebbero ricevuto interessi di natura usuraria per complessivi € 3.900, applicando un tasso mensile pari al 44%. Un altro prestito da 40.000 euro, invece, prevedeva una somma da restituire di 49.500 euro con ratei mensili da 5.500 euro. Da qui la periodica l’escalation dei tassi usurai che avrebbero toccato perfino la soglia del 285 per cento. Nel mirino degli investigatori è finito anche E.Z. per aver riscosso somme tramite pos ad una delle persone offese. Al finanziere invece si contesta di aver aiutato il deus ex machina dell’inchiesta ad eludere l’attività d’indagine. In particolare, in ordine all’incasso di un assegno acceso presso un istituto di credito cittadino, avrebbe riferito di averlo ricevuto dall’operaio per un regalo mentre per ciò che concerne il conto sarebbe emerso che lo stesso era stato aperto al fine di consentire al suo co-imputato di incassare gli assegni ed effettuare operazioni bancarie senza apparire in prima persona. I movimenti anomali nel conto delle vittime (in alcuni casi si erano registrate ben 23 operazioni nella stessa giornata) hanno avviato un’attività d’indagine, curata dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Sulmona, durata circa dieci anni che ha portato oggi al rinvio a giudizio dei tre imputati. Un’inchiesta che cambia il profilo dell’usura poiché, fermo restando che le singole accuse sono da confermare in sede di processo, coinvolge appartenenti alle forze dell’ordine chiamati a reprimere tali fenomeni .

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