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SULMONA – Non potranno utilizzare il marchio “Confetto Giubileo” in qualunque forma, carattere e dimensione dello stesso. Lo ha deciso la sezione specializzata del Tribunale per le imprese dell’Aquila che ha condannato un punto vendita cittadino al pagamento della somma di 11 mila euro per le spese di giudizio più 300 euro per ogni eventuale violazione e inosservanza. Il provvedimento scaturisce da un contenzioso tra due attività commerciali, legate allo stesso nucleo familiare, che si sono date battaglia davanti al giudice per il riconoscimento del marchio da poter impiegare sul mercato. Si tratta in particolare di un confetto bianco, dedicato al papa, creato nel 2000 in occasione dell’anno giubilare. Nel 2016 inizia la diatriba poichè marchio e confetto vengono utilizzati e acquisiti nel punto vendita della “concorrenza”, anche se gestito da un familiare dell’imprenditore che lo ideò. Inizia la battaglia legale fatta di diffide e contestazioni fino alla sentenza dell’altro giorno che annulla il marchio “Confetto Giubileo” registrato dalla parte convenuta, condannata a pagare le spese di giudizio. Di fatto i giudici aquilani riconoscono la paternità del confetto all’imprenditore che lo realizzò in tempo di giubileo e che ha convenuto a giudizio i suoi congiunti pur di vedersi riconosciuti i propri diritti. Secondo i giudici “la registrazione è avvenuta in ottica anticoncorrenziale, ossia risulta finalizzata a impedire la disponibilità del marchio agli altri imprenditori concorrenti, ovvero a ostacolare il loro progetto imprenditoriale”. Tuttavia il Tribunale ha rigettato contestualmente il maxi risarcimento da 200 mila euro chiesto dall’imprenditore che ha intentato il giudizio. Secondo i giudici la notorietà del marchio è radicata principalmente sul territorio sulmonese e a Rocca Di Mezzo. Per cui la domanda risarcitoria non può trovare accoglimento anche perchè carente, secondo il Tribunale, di corredo probatorio.

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