SULMONA – Gli avvocati dei “poliziotti infedeli”, come sono stati definiti dall’accusa, preparano il ricorso al Tribunale del Riesame dell’Aquila per impugnare l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, che ha applicato per dieci agenti la misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico servizio. L’appello in fase cautelare dovrà essere depositato entro il prossimo 31 luglio, ovvero entro dieci giorni dalla notifica del provvedimento ai rispettivi legali che risale alla giornata di ieri. Ne consegue che per fine mese è fissata la scadenza per impugnare l’ordinanza in fase cautelare e sperare in una revisione da parte dei giudici aquilani che, a loro volta, dovranno fissare l’udienza ed emettere il dispositivo nei dieci giorni successivi. Per farla breve la decisione del Riesame potrebbe arrivare entro il 10 agosto, nell’estate calda della Polizia Stradale finita al centro della maxi inchiesta della Procura della Repubblica che indaga diciannove uomini in divisa, di cui dieci sospesi dal Gip da 8 a 12 mesi. Questi ultimi, come avevamo anticipato https://www.ondatv.tv/cronaca/inchiesta-sulla-stradale-il-giudice-sospende-dieci-poliziotti/ , hanno dovuto riconsegnare pistola e tesserino. Le accuse a vario titolo sono truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione d’atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. “E’ un’ordinanza che non diversifica le singole posizioni degli indagati e non considera la distanza temporale tra la presunta commissione dei fatti ed il momento della verifica cautelare”- interviene l’avvocato Giuseppe D’Angelo, legale di uno dei poliziotti indagati, per giunta sindaco di un piccolo comune. Per i difensori si tratta di un provvedimento generalizzato che non tiene conto nemmeno di alcune condotte episodiche contestate che, in alcuni casi, farebbero venir meno la continuazione del reato secondo la tesi dei legali che hanno eccepito pure l’eccezione preliminare della competenza territoriale. Per il giudice, che ha accolto in pieno le richieste del Sostituto Procuratore, Stefano Iafolla, “gli accertamenti investigativi hanno consentito di ricostruire la sussistenza di un sistema seriale di condotte attraverso le quali un gruppo di agenti di Polizia Stradale, ha anteposto in modo ostinato e reiterato il soddisfacimento dei propri interessi personali al diligenti adempimento dei doveri istituzionali, in pregiudizio dell’intero sistema di sicurezza, prevenzione e soccorso della viabilità sul territorio di competenza”. In tre anni d’indagini, dal 2019 al 2022, svolte tramite intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere, i poliziotti avrebbero abbandonato il posto di lavoro per dormire in auto o intrattenersi in alcuni esercizi commerciali mentre erano in servizio. Approfittando della propria posizione tre di loro avrebbero rubato beni di tenue entità patrimoniale in una stazione di servizio. Altri avrebbero inoltre utilizzato auto di servizio per fini privati e, sempre secondo l’accusa, avrebbero omesso di svolgere rilievi in un sinistro stradale e di prestare soccorso ad un veicolo in panne. La palla ora passerà al Riesame mentre prende forma anche il filone disciplinare con i procedimenti avviati. Per il momento in dieci si sono dovuti spogliare della divisa.