SULMONA – Doppio processo per le botte nell’ufficio del Caf di Sulmona dove, il 29 luglio dello scorso anno, sarebbe stata commessa la presunta violenza sessuale. Nei giorni scorsi si è aperto il procedimento a carico di un 51 enne, indagato nell’inchiesta principale, finito davanti al giudice anche per le lesioni personali. Stessa accusa è stata formulata nei confronti della madre della vittima, imputata a seguito della lite- spedizione che ne scaturì. Le querele di parte hanno avuto il loro corso e sono sfociate in due distinti processi che potrebbero diventare tre, visto l’impianto probatorio costruito dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Edoardo Mariotti, che procederà con le richieste del caso al Gip o al Gup. La vicenda vede protagonista un giovanissimo di 19 anni, residente sul comprensorio che si sarebbe recato, quella mattina, negli uffici del sindacato, per sbrigare alcune pratiche relative alla disoccupazione. A quel punto sarebbe stato avvicinato dal dipendente dell’ufficio che, secondo quanto riferito dal ragazzo in querela e cristallizzato nell’incidente probatorio, gli avrebbe infilato le mani tra i pantaloni, anche nella parte posteriore, toccandogli gli organi genitali. Il 18 enne inizialmente avrebbe lasciato il luogo. Nel pomeriggio avrebbe raccontato tutto in famiglia tant’è che in cinque si erano recati la sera stessa nell’ufficio per il “processo fai da te” che fece scattare l’intervento di tre pattuglie dei Carabinieri. Ne scaturì una lite furibonda tra le parti. Il 19 enne, la madre e il dipendente indagato rimediarono una prognosi che oscillava da cinque a sette giorni. La persona offesa aveva prodotto inoltre la messaggistica di WhatsApp e alcuni file audio mentre la difesa aveva contestato punto per punto la ricostruzione dei fatti operata dalla vittima, facendo notare che un episodio di tale gravità e rilevanza stona con la natura pubblica del luogo dove sarebbe stata perpetrata la violenza denunciata. In quell’ufficio dalle 9.30 del mattino si sarebbe assistito ad un via vai di persone. Per cui un episodio del genere, visti i particolari resi noti, non sarebbe passato in sordina. Al giudice il compito di fare chiarezza. Intanto si è entrati nel vivo nel processo a carico del 51 enne e della madre del giovanissimo, imputati entrambi di lesioni personali. Due processi, forse tre, per un’unica delicata vicenda.