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Tornano con ammirazione degli spettatori le scorribande di Gemma a Scanno la quale fa razzia di cibo. Proprio questa parola fa tornare alla mente il pensiero del Pnalm espresso nel comunicato di giorni fa in cui così citava: “No gli orsi non entrano nelle case per mancanza di cibo in natura. Gli orsi non entrano nei paesi perché hanno fame, intendendo per fame, il fatto che non trovano sufficiente cibo in natura e sono così costretti ad avvicinarsi ai paesi. Se così fosse il numero degli orsi a ridosso dei centri abitati sarebbe decisamente maggiore e così non è, come risulta evidente. Le motivazioni sono diverse altre e le abbiamo spiegate spesso e in ogni modo possibile con i nostri post e all’interno dei diversi Rapporto Orso pubblicati ogni anno da otto anni a questa parte. Prendiamo Juan Carrito che, a partire dal mese di aprile, sembrava aver ripreso una vita abbastanza normale, allontanandosi dai centri abitati, per troppo tempo assiduamente frequentati, e soprattutto recuperando un sano rapporto col cibo, lontano dai bidoni dei rifiuti. Nei mesi successivi alla liberazione sulla Maiella e al suo ritorno nella zona dell’Alto Sangro, era praticamente scomparsa la sua dipendenza dai rifiuti e si erano considerevolmente ridotte le incursioni in orti, pollai ed apiari, rientrando in un range non tanto dissimile da quello di altri orsi confidenti. Carrito, oltre ad essere confidente, era stato profondamente condizionato dal cibo di natura antropica con cui tanti, troppi ignoranti e qualche furbo, lo avevano alimentato per mesi, arrivando a farne oggetto di tour fotografici, ovviamente a pagamento. La sua sembrava una storia indirizzata verso una sorta di normalità, nonostante i legittimi dubbi legati all’evoluzione del suo comportamento, soprattutto in considerazione della maturità sessuale che avrebbe raggiunto di lì a qualche anno. Ci possono essere ovviamente fluttuazioni annuali delle risorse alimentari in natura ma mai una totale mancanza di cibo, dal momento che la dieta degli orsi è così varia che essi sanno ben adattarsi a tali fluttuazioni. Per questo “mettere da mangiare agli orsi” per tenerli lontani dai paesi non può essere la soluzione e non lo diciamo a cuor leggero, in fondo sarebbe la cosa più facile da fare, e anche la più popolare (almeno secondo alcuni), soprattutto in un mondo, come il nostro, in cui contano a volte più le azioni di facciata che le azioni scientifiche ponderate e spesso impopolari. Il nostro no al supplemental feeding si fonda su basi scientifiche ma anche empiriche: il Parco stesso in passato ha sperimentato tale pratica senza ottenere alcun successo. Siamo anche convinti che molti lo hanno capito ma ovviamente a diversi fa comodo continuare a raccontare la “storiella” della mancanza di cibo esattamente come l’idea del “si poteva fare di più”, come se il Parco avesse poteri decisionali fuori dai propri confini amministrativi, cosa che non è, operando invece solo come soggetto istituzionale che coopera con le altre istituzioni preposte, a partire dalla Regione Abruzzo”.

Paolo Forconi, zoologo, risponde con questo post: “10 anni di dati mostrano una chiara correlazione, statisticamente significativa, tra la scarsità di frutti selvatici in autunno e i danni da orso alle colture. Anche i danni alle arnie sono ugualmente correlati. La pasciona di faggiola (grande produzione di frutti di faggio) si è avuta nel 2013, 2018 e 2020 ed in corrispondenza di questi anni ci sono stati pochi danni da orso e non ci sono stati orsi nei paesi durante l’autunno, tranne qualche escursione sporadica. Invece, negli anni con scarsità di frutti selvatici, soprattutto nel 2012, 2016, 2017, 2019 e 2021 si hanno danni da orso maggiori e diversi orsi nei paesi per mangiare frutta o rifiuti. La situazione del 2021 è stata la peggiore mai riscontrata, con almeno 5 orsi che si nutrivano di rifiuti, tra cui Juan Carrito. Quando c’è scarsità di cibo in natura si instaura una forte competizione tra gli orsi, per cui gli individui più deboli, i giovani e soprattutto femmine, vengono scacciati dagli orsi adulti e dominanti, ed alcuni vanno nei paesi a mangiare frutta. Quando invece c’è abbondanza di cibo, praticamente non c’è competizione tra gli orsi. Pertanto è la scarsità di cibo la causa principale che determina la competizione e gli orsi nei paesi. Il fenomeno degli orsi nei paesi si presenta generalmente ad anni alterni ed è in continuo aumento. Negli ultimi 10 anni gli orsi nei paesi sono più che raddoppiati, passando da 4 nel 2012 a 10 nel 2021, nonostante il Protocollo orsi confidenti, i recinti elettrificati e la dissuasione con proiettili di gomma. In realtà, i recinti elettrificati e i proiettili di gomma spostano solo il problema ad altri paesi verso cui gli orsi si spostano alla ricerca di cibo, a distanze maggiori ed a maggior rischio di investimento e di bracconaggio

Perché Amarena si è spostata da Villalago a San Benedetto dei Marsi, a circa 20 km di distanza in linea d’aria? Lo spostamento di Amarena, così come quello di altri orsi, è dovuto alla scarsità di cibo in natura negli ultimi 2 mesi. Amarena non era mai arrivata a San Benedetto dei Marsi. Nella mappa è schematizzato lo spostamento di Amarena. In realtà ci sono stati molti spostamenti avanti e indietro tra i vari paesi. Nel 2014 l’orso, non abituato all’uomo, ucciso a Pettorano sul Gizio, sempre in un pollaio. Qualche anno fa anche l’orso Mario scomparve nella zona del Fucino, probabilmente bracconato, come nel caso di Amarena, e poi fatto sparire. Quanti orsi non abituati all’uomo e non conosciuti spariscono allo stesso modo, senza che nessuno se ne accorga? Sicuramente sono diversi e questo spiega l’assenza di crescita della popolazione degli orsi marsicani. La politica dei recinti elettrificati e dei cassonetti anti orso in realtà non dà i risultati sperati e porta gli orsi ad allontanarsi sempre più verso zone antropizzate e a rischio. In questa situazione di emergenza, almeno per il mese di settembre, occorre che gli enti competenti intervengano fornendo mele, pere e carcasse di cervo nel bosco. Meglio che gli orsi si alimentino di questi cibi naturali nel bosco, piuttosto che di rifiuti, galline e pecore nei paesi, con il rischio di essere bracconati o investiti. Ricordiamoci che nel 2019 furono investite 2 orse, sempre in un periodo di scarsità alimentari. Si trattava di un’orsa abituata all’uomo di nome Liberata e di un’orsa non abituata all’uomo. Non c’è differenza tra orsi abituati all’uomo o no, entrambi vengono investiti e bracconati. Riguardo la politica di tenere segreti gli avvistamenti degli orsi nei paesi, sostenuta dal Parco, è in realtà controproducente. Nessuno sapeva di Amarena a San Benedetto dei Marsi, tranne i residenti e i guardiaparco, e purtroppo è stata bracconata. Negli altri paesi, invece, la pubblicazione di foto e video in tempo reale contribuisce ad informare ed educare la popolazione al giusto comportamento con gli orsi e la presenza di appassionati e fotografi costituisce un deterrente ed un controllo capillare del territorio contro i malintenzionati. Nei prossimi mesi c’è il rischio che possano accadere altri incidenti a seguito della scarsità di cibo in natura. Gli enti competenti (Parchi, Regioni, Ministero, Ispra, ecc) saranno in grado di capire che l’attuale politica è dannosa per gli orsi e che deve essere cambiata?”.

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