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SULMONA – Affidamento ponte di tre mesi nelle more dell’istruzione della gara. E’ questa la linea dell’amministrazione comunale di Sulmona sull’appalto della refezione scolastica. Il servizio sarà avviato il prossimo 2 ottobre stando a quanto comunicato dal Comune alla Filcams Cgil che questa mattina, unitamente ad una delegazione di lavoratori della Coselp, si è recata a Palazzo per un incontro. L’intenzione del Comune è quella di avviare una procedura per affidare il servizio per un trimestre nelle more della ridefinizione dalla gara europea che dovrebbe assegnare la gestione pluriennale per gennaio. Gli uffici comunali hanno inoltre fatto sapere che non è possibile procedere alla proroga tecnica vista la scadenza del contratto con il gestore uscente ma, in questi giorni, si darà luogo alla ricerca di operatori per l’affidamento ponte. “Dal Comune ci hanno assicurato che si partirà il 2 ottobre e che i livelli occupazionali saranno salvaguardati”- spiega Luigi Antonetti della Cgil. Sostanzialmente gli uffici, dopo aver svolto le dovute verifiche sull’anomalia rilevata nella recente seduta di assise civica dalla consigliera comunale, Teresa Nannarone, avevano dichiarato improcedibile la fase selettiva dell’appalto. Per aggiudicarlo ad un unico concorrente, tale circostanza deve essere inserita nel bando come da disposizioni del decreto regio nel 1924, ancora “moderno” e attuale. Si evidenzia che anche nel 2019 fu bandita la gara con la stessa identica condizione e fu assegnata anche in presenza allora di una sola offerta . Lo stesso valeva per almeno altri tre appalti che il Comune ha assegnato, nell’ultimo periodo, con la stessa procedura. Lo scenario che si apre è piuttosto delicato. Va infatti rilevato, nell’ambito della strutturazione del bando, un’anomalia sui prezzi. Non a caso, nonostante alla gara aveva risposto l’unico raggruppamento d’imprese, alla cui guida figura Beniamino Di Ienno, commercialista associato allo studio del consigliere dem, Mimmo Di Benedetto, altre sei aziende avevano preso visione del capitolato, si sono accreditate sulla piattaforma del Comune ed effettuato regolare sopralluogo senza partecipare alla fase selettiva. Il sistema dei prezzi, a prescindere dal decreto regio, non invoglia le imprese, innanzitutto per il costo elevato del personale numericamente necessario e richiesto nel capitolato per espletare il servizio completo ma anche per il costo del portale che rileva le presenze e incassa i ticket, il quale incide, ad esempio, per 50 centesimo ad alunno. Senza contare il requisito dei mezzi elettrici per trasportare i pasti e le attrezzature da mettere a disposizione. Questo vuol dire che rifare il bando e convincere le imprese a partecipare e farsi carico del servizio comporterà probabilmente un aggravio di spese per il Comune e soprattutto per le famiglie che vedranno lievitare sensibilmente almeno oltre i sei/sette euro il costo del singolo pasto. Intanto si procederà con un affidamento trimestrale per evitare il digiuno forzato. Questo almeno è quanto assicurato dal Comune mentre le famiglie, comprensibilmente preoccupate, monitorano la situazione

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