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L’AQUILA – Dal Cospa Abruzzo, riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma di Dino Rossi sulla denuncia di Appennino Ecosistema sulla cosiddetta “Mafia dei pascoli” che la stessa associazione aveva descritto come “presente ovunque in Abruzzo” dopo la recente operazione della Guardia di finanza di Pescara denominata “Transumanza”, che i militari delle fiamme gialle hanno condotto in larga parte del Paese sotto il diretto coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura dell’Aquila. “Spuntano associazioni di ogni tipo pronti ad emettere sentenze sugli allevatori storici. Dov’era codesta pseudo associazione ambientalista che solo oggi si fa viva, a cose fatte? Solo il Cospa Abruzzo ha portato alla luce con denunce e articoli di stampa dal 2011 e con la collaborazione dell’Università dell’Aquila finalmente si vedono i risultati”. Rossi continua: “facciamo notare che i siti in questione riferiti a Natura 2000 non sono nati adesso con la direttiva europea, ma esistevano dai tempi e conservati con l’intervento dell’uomo, contadini, agricoltori, allevatori, cacciatori e non da associazioni con sede in Via Pile all’Aquila.
L’ambiente viene conservato da chi lo vive e non da chiede i finanziamenti! La legge 394/91 art. 11 b), lo svolgimento delle attività artigianali, commerciali, disservizio e agro-silvo-pastorali, che stranamente le associazioni ambientaliste non vedono, e i Parchi fanno gincane tra gli articoli evitando quelli a tutela della comunità.
Quando vi trovate di fronte alle leggi cercate di leggere tutti gli articoli e non quelli che vi convengono ad ogni circostanza. È bene ricordare e tutti che l’Abruzzo è terra di pastori e non di ambientalisti del V piano pronti ad emettere sentenze e a costituirsi parte civile nei processi. Forse a queste associazioni ambientaliste sfugge che l’inchiesta della mafia dei pascoli ha portato alla luce allevatori falsi con società nate su tutto il territorio nazionale, e con animali non ci sono proprio sulle nostre montagne rispetto agli anni ’70.
Quindi è fuori luogo accomunare gli allevatori veri all’inchiesta della mafia dei pascoli. Al tempo stesso,m stiamo valutando se presentare querela a tutela delle nostre aziende anche in funzione delle delibere fatte dalla Regione Abruzzo sugli usi civici che risultano incostituzionale in quanto sono beni inalienabili”

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