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A destare i primi sospetti di una dipendente che si trattasse di una truffa è stata la casuale dell’operazione di due ragazzi: circa mille euro per l’acquisto online di uno smartphone da un privato. Quando poi i giovani hanno riferito che il venditore aveva fornito ulteriori informazioni sul suo conto, ovvero la sua appartenenza alle forze armate con tanto di caserma di assegnazione, la sportellista ha invitato loro ad accertarsi della sua identità prima di procedere con il versamento. A quel punto la coppia ha contattato la caserma in questione e chiesto conferma. Quindi la scoperta: quel nominativo non risultava tra i loro colleghi. Il sedicente uomo, appartenente alle forze dell’ordine, altro non era che un truffatore. Il caso della sventata truffa è accaduto nell’ufficio postale di Pescara Centro e solo grazie alla prontezza dell’operatrice.

E di truffe si è parlato durante un corso antifrode in modalità webinar organizzato dalla struttura Fraud Management, Sicurezza Fisica e Antiriciclaggio dell’Area Centro per sensibilizzare il personale abruzzese sui temi della sicurezza e del contrasto alle truffe e ai raggiri ai danni dei cittadini. All’evento di formazione, oltre ai quattro direttori provinciali Pio Violante, Domenico Conte, Daniele Evangelisti e Massimiliano Perazzetti, hanno partecipato i direttori degli uffici postali e numerosi gruppi di ascolto di operatori di sportello abruzzesi. L’ufficio postale, infatti, è il primo luogo in cui i cittadini, che sono inconsapevolmente vittime o sospettano di essere stati vittima di una frode, si recano e la velocità di intervento del personale è un elemento chiave per poter bloccare tempestivamente le eventuali transazioni avviate o le carte di credito compromesse nel caso in cui il cittadino avesse fornito i dati riservati (credenziali e pin).

Assai frequente è, ad esempio, il caso di sms che arrivano dagli alias, ovvero mittenti con nomi identici come “Poste Info” nel caso di Poste Italiane, che si inseriscono nelle conversazioni tra utente e azienda ma è bene sapere che Poste Italiane non invia mai messaggi chiedendo dati personali e richieste perentorie e minacciose per trasferimenti di denaro. I rischi maggiori sono legati proprio ai tentativi da parte di terze persone di carpire, attraverso artifizi o raggiri, i dati riservati dei clienti, come dati della carta di pagamento, utenza, password, codici di accesso e/o dispositivi. La prima cosa da tenere bene a mente è che un truffatore non può fare nulla senza la collaborazione della sua vittima. Un trucco ricorrente è ad esempio quello del messaggio (o mail) che avvisa il cliente di un tentativo di accesso non autorizzato al suo conto corrente. Il passaggio successivo è una telefonata da parte di un sedicente responsabile antifrode, che stabilisce un contatto con la vittima e cerca di ottenere le credenziali di accesso o lo invita a eseguire un bonifico su una carta prepagata per mettere al sicuro i risparmi. In caso di trasferimenti di grosse somme di denaro, la vittima si reca allo sportello e viene “guidato” telefonicamente dal truffatore. In alcune circostanze è accaduto che il truffatore abbia tentato di stabilire un contatto addirittura con lo sportellista o con il direttore. Pertanto, ogni volta che un cliente durante le operazioni a sportello contemporaneamente conversa al cellulare dobbiamo alzare il livello di attenzione, essere prudenti e soprattutto trovare il modo per mettere in guardia la probabile vittima di frode. In casi sospetti, il personale degli uffici postali si può rivolgere ai due centri dedicati alla prevenzione delle frodi, il Fraud Prevention Center di Roma e il Centro di Monitoraggio Frodi di Torino. I due centri, che impiegano più di 100 addetti, con lunga esperienza nel campo della sicurezza finanziaria e della cyber security, sono attivi 24 ore su 24 a garanzia della sicurezza di tutte le operazioni compiute negli uffici postali e online, attraverso le carte di pagamento. Negli ultimi quattro anni Poste Italiane ha incrementato del 300% gli investimenti in sicurezza fisica e nel sistema dei controlli, con una sensibile riduzione del numero di eventi criminosi.

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