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Alla volta di Milano da Scanno (L’Aquila) per “La terra trema. Fiera feroce”, la tre giorni di vini, cibi, relazioni.

A partecipare dal paese abruzzese a 1000 metri di altitudine, insieme a decine di vignaioli, agricoltori, artigiani, birrifici, sidrerie, distillerie provenienti da tutt’Italia, è l’azienda agricola Gregorio Rotolo, le cui redini sono ormai nelle mani della famiglia dell’iconico pastore che è venuto a mancare a 62 anni a marzo 2022.
    Circa 1.500 pecore, 100 capre e 50 mucche che pascolano all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, una produzione casearia di circa 40 tipi di formaggi e un bio agriturismo dal nome “Valle scannese”: l’azienda Gregorio Rotolo è fino a domani a Leoncavallo, spazio pubblico autogestito a Milano anche con le ultime due invenzioni, il pecorino “Alessia”, lanciato quest’anno dopo circa 24 mesi di stagionatura, e un morbido caprino.
    La settimana scorsa, all’Italian Cheese Awards ad Ancona – il premio ai migliori formaggi italiani prodotti con latte 100% italiano – il caciocavallo barricato dell’azienda scannese è stato selezionato tra circa 1.500 prodotti caseari come uno dei 30 migliori formaggi italiani, ottenendo la nomination nella categoria “aromatizzato”. Un formaggio di pasta filata con latte crudo biologico di vacca, senza l’aggiunta di fermenti vivi.
    Stagionato per mesi, affinato all’interno di barrique in rovere, dove viene lasciato invecchiare ricoperto di crusca a vino Montepulciano d’Abruzzo.
    Lo scorso anno invece il formaggio Gregoriano, che prende il nome dal suo inventore, ha vinto l’Italian Cheese Awards come miglior formaggio d’Italia.
    “Stiamo lavorando ad una nuova struttura in azienda – racconta all’ANSA Dino Silla, nipote di Gregorio, che si occupa della produzione casearia -. Sorgerà una nuova stalla di 800 metri quadri. Non per aumentare il numero di animali, ma per migliorare il benessere degli animali che già abbiamo, in modo che facciano una vita migliore durante l’inverno, quando devono stare al riparo”. “Tra le novità, ci sarà anche un trita fieno, per migliorare la digeribilità del prodotto e per consumarne meno”, conclude Silla.

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