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L’Istat ha recentemente diffuso alcuni dati provvisori dell’Indagine sugli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza (relativi al periodo aprile-luglio 2023). I confronti a livello regionale sono possibili solo parzialmente. Di seguito una sintesi in una prospettiva comparativa che mette in evidenza la posizione dell’Abruzzo rispetto al resto del paese.

Cresce la consapevolezza delle donne sui ruoli di genere

Secondo i dati più recenti, in Italia gli stereotipi sui ruoli di genere più comuni sono:

1. “gli uomini sono meno adatti delle donne a occuparsi delle faccende domestiche” (21,4%);

2. “una donna per essere completa deve avere dei figli” (20,9%);

3. “per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (20,4%);

4. “è compito delle madri seguire i figli e occuparsi delle loro esigenze quotidiane” (20,2%);

5. “è soprattutto l’uomo che deve provvedere alle necessità economiche della famiglia” (17,2%).

Rispetto al 2018, tutti gli stereotipi sui ruoli di genere rilevati sono diminuiti, soprattutto nelle opinioni delle donne.

Tuttavia, mentre cinque anni fa la graduatoria di tali stereotipi non era particolarmente diversa con riferimento alla media del paese, differenze sensibili sono invece osservabili con riferimento alle diverse circoscrizioni del paese. Scendendo da Nord verso Sud la convinzione che sia “soprattutto l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia” è al primo posto (38,4% in Abruzzo). Appena poco più in basso troviamo lo stereotipo che reputa l’uomo “meno adatto ad occuparsi delle faccende domestiche” (35% in Abruzzo, ma circa 38% nel nelle regioni del mezzogiorno) mentre il “successo nel lavoro” risulta relativamente meno importante rispetto alle regioni centro settentrionali.

Meno diffusi, almeno in Abruzzo, risultano gli stereotipi quali:

1. “in condizioni di scarsità di lavoro, i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza agli uomini rispetto alle donne (non nel Mezzogiorno) e

2. “è l’uomo a prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia” (12% in Abruzzo).

Interessante anche osservare quanto la percezione del fenomeno della violenza fisica e/o sessuale subita dalle donne sia relativamente più diffusa nelle regionali meridionali (Fig. 1).

Cinque anni fa che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha civettato/flirtato con un altro uomo” era ritenuto accettabile sempre o in alcune circostanze dal 7,4% degli italiani (oggi siamo scesi al 2,3%). Nel 2018 oltre un quarto degli abruzzesi riteneva pienamente accettabile che un uomo controllasse abitualmente il cellulare o l’attività sui social network della propria moglie/compagna (quota molto più elevata della media nazionale) mentre il 15% delle persone riteneva accettabile – sempre o in alcune circostanze – che “in una coppia ci scappi uno schiaffo”. In generale, da un confronto, per quanto ancora parziale – data la provvisorietà dei dati – con quanto registrato nel 2018 sembrerebbe emergere un ridimensionamento della tolleranza rispetto alla violenza nella coppia, in particolare per quanto attiene al controllo. È probabile che tali andamenti siano osservabili anche a livello regionale.

Violenza sessuale e responsabilità della donna

Il 39,3% degli italiani ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole, contro il 29,7% delle donne. Questa opinione aumenta significativamente quando riferita alle popolazioni meridionali: oltre il 45% delle persone considera aperta questa possibilità da parte della donna.

L’opinione che le donne “possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire” è fatta propria da più di una persona su cinque In Abruzzo e in generale nelle regioni meridionali mentre risulta meno diffusa nel resto del paese. È invece omogeneamente diffusa su tutto il territorio nazionale l’idea che almeno parzialmente le donne vittima di violenza sessuale siano responsabili quando in stato di ubriachezza o sotto l’effetto di droghe.

Le cause cui principalmente viene attribuita la responsabilità della violenza nella coppia sono, in generale, “la considerazione delle donne come oggetti di proprietà” e “l’abuso di sostanze stupefacenti o di alcool”. Sotto questo profilo non si osservano particolari differenze di opinione tra le regioni del Centro Nord ed il Mezzogiorno, compreso l’Abruzzo. Seguono il “bisogno di sentirsi superiori alla propria compagna/moglie” e la “difficoltà a gestire la rabbia”.

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