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SULMONA – Approderà domani in Consiglio regionale il piano sanitario che classifica le strutture ospedaliere. Un ultimo passaggio, pure necessario, per suggellare un percorso politico che ha consentito all’ospedale di Sulmona di strappare l’etichetta del primo livello. La classificazione prevede 10 posti letto per cardiologia-Utic, 20 chirurgia, 22 medicina generale, 2 neonatologia, 9 neurologia, 1 oncologia, 22 ortopedia, 14 ostetricia e ginecologia, 7 pediatria, 8 anestesia e rianimazione, 7 urologia, 2 detenuti, 15 lungodegenza, reparto mai attivato dall’inaugurazione del nuovo corpo ospedaliero. Ci sono poi servizi e ambulatori che hanno cambiato sede per via dei lavori. La nuova classificazione prevede l’incremento delle unità operative complesse, per un totale di 8 compreso il punto nascita che è stato messo in salvo, 8 unità semplici dipartimentali, 7 unità semplici e 4 servizi per un totale di 147 posti letto ordinari e 13 diurni. Il punto nascita diventa unità operativa complessa ed è salvo poichè «l’eventuale chiusura avrebbe comportato il trasferimento della presa in carico delle gestanti e dei parti in punti nascite alternativi con la conseguenza di 175.210 km in più percorsi annualmente che causerebbero un aumento del numero di infortuni (inclusi quelli mortali) pari a 1,6/anno». Resta il fatto che forma e sostanza non coincidono, tenendo conto delle carenze di personale, diffuse un pò ovunque ma che in alcuni casi hanno creato non pochi problemi per utenti e operatori. Un primo livello solo sulla carta.

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