SULMONA (foto repertorio) – 400 euro per ogni mese di abusive immissioni sonore, per un totale di 23.200 e 15.600,00 euro, oltre alle spese processuali. È questa la condanna inflitta dal giudice civile del Tribunale di Sulmona, Pierfilippo Mazzagreco, a due ex gestori di un locale pubblico di via Carrese per le immissioni di musica e rumori. I fatti risalgono in epoca pre Covid. A chiamare in causa i due esercenti è stato l’avvocato sulmonese, Vincenzo Colaiacovo, residente in centro storico, a due passi dal locale. Il giudice, al termine del processo, ha deciso che gli ex gestori dell’attività chiusa dall’epoca della pandemia, dovranno risarcire Colaiacovo. Dall’esame della documentazione e delle testimonianze raccolte, è emersa l’intollerabilità delle immissioni. Davanti al giudice hanno sfilato vari residenti della zona, esercenti e ospiti occasionali di Colaiacovo. Questi ultimi, in particolare, hanno dichiarato di non riuscire neppure “a sostenere una conversazione senza essere disturbati dai rumori infernali che provenivano dal locale” e di non riuscire a dormire per la vibrazione notturna di vetri e finestre. Lo stesso avvocato ha raccontato di essere stato costretto a trasferire le camere da letto in altra ala del suo appartamento. L’azione civile è stata rivolta nei confronti del proprietario dell’immobile, che ha affermato di non sapere che il pub fosse stato trasformato in sala da ballo e che le immissioni sonore venivano da altri locali della zona. Tuttavia l’Arta, chiamata in causa da un residente, non è stata dello stesso avviso. La condanna è quindi arrivata per i due ex gestori del locale. “La sentenza è di particolare importanza, perché dimostra che una adeguata tutela giudiziaria può impedire il protrarsi delle selvagge immissioni di musica e schiamazzi. Non sono serviti i provvedimenti del Comune, compreso il regolamento che è una tipica grida di manzoniana memoria perché il sindaco non prova neppure a farlo rispettare”- commenta Colaiacovo che annuncia di chiamare in causa anche il Comune, che, “da recenti sentenze della Corte Suprema di Cassazione, è responsabile per gli schiamazzi anche nelle strade pubbliche”.