PRATOLA PELIGNA. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ha firmato l’ordinanza di riduzione del maxi sequestro per l’eredità contesa di Pratola Peligna. Il tribunale aveva disposto il sequestro preventivo di 450 mila euro, finalizzato alla confisca, sui conti correnti dei cinque indagati per circonvenzione d’incapace, tutti parenti della 90enne deceduta nei mesi scorsi. La somma acquisita dall’autorità giudiziaria supera quella indicata nel decreto di sequestro. Sostanzialmente, con l’esecuzione del provvedimento da parte della guardia di finanza, si è arrivati a porre i sigilli su un importo più alto dei 450 mila euro. Per questo il giudice ha dato l’ok per la riduzione del sequestro. A far scattare l’inchiesta era stata la denuncia della vicina di casa, assistita dagli avvocati, Vincenzo Margiotta e Luigi Di Loreto. L’anziana di 90 anni, le cui condizioni di salute si erano aggravate nell’ultimo periodo, è morta nell’abitazione di una vicina di casa che aveva nominato, nel 2021, come erede universale davanti al notaio. La storia ha avuto più di una coda giudiziaria. Quattro i fascicoli aperti nel filone penale, aperto dalla procura. Il primo vede indagati in cinque tra nipoti e parenti per circonvenzione d’incapace. Dall’inchiesta principale è scaturito un secondo procedimento che coinvolge solo un 57 enne, parente dell’anziana, che aveva ottenuto un testamento olografo sequestrato dal pm. L’’accusa, è legata alla “distrazione” di 450 mila euro dal conto della donna, ancora da riscontrare nell’incidente probatorio nel corso del quale il gip, lo scorso 14 settembre, aveva designato un perito. L’anziana, ad onor del vero, aveva effettuato dei bonifici in tal senso. Sotto inchiesta è finita anche la vicina per l’estratto conto effettuato in banca con il bancomat dell’anziana. Il quarto fascicolo è quello aperto recentemente per stalking, collegato sempre con l’eredità contesa. Il filone civile per la nomina di un amministratore si è chiuso con la morte della 90enne. Le nipoti dell’anziana avevano evidenziato l’inopportunitá della scelta di nominare come amministratore provvisorio proprio la madre della vicina designata erede universale. Circostanza che aveva spinto giudice e pm a recarsi a casa della 90 enne per un sopralluogo. Lo scenario che si apre è il più complicato e delicato poiché di mezzo c’è l’eredità contesa tra il fratello della donna, la giovane nominata davanti al notaio e gli altri congiunti.