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I sindacati dei medici di famiglia (FIMMG, SNAMI, SMI) e la CGIL sono stati ricevuti oggi dal Ministro della Salute Orazio Schillaci durante la sua visita a L’Aquila. In questa occasione, sono stati consegnati due documenti, il primo descrittivo della situazione dei Nuclei di Cure Primarie e il secondo afferente alle gravi carenze nell’emergenza-urgenza e nella continuità assistenziale nei Comuni del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Il Ministro, infatti, grazie anche all’interlocuzione con il Senatore Guido Liris, ha dimostrato una sensibilità sociale, un senso di responsabilità politica ed una considerazione maggiori rispetto a chi si è sottratto, per mesi, ad un confronto civile e produttivo che avrebbe potuto evitare le legittime proteste degli ultimi giorni. Ciò a dimostrazione della fondatezza delle ragioni della vertenza avviata ormai da due anni, e oggi raccolta dallo stesso Ministro, che non può, quindi, essere considerata una mera strumentalizzazione politica. In tale incontro abbiamo esposto le nostre ragioni, così come facciamo da tempo, sottolineando le motivazioni pretestuose che la ASL dell’Aquila, nella persona del Direttore Generale, ha reiterato nel corso del Consiglio Comunale Straordinario del 26 febbraio u.s.

In sintesi:

  1. Non ci sono ostacoli da parte della Regione: in una seduta della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, l’Assessore Verì ed il Direttore Generale D’Amario hanno dichiarato che le ASL erano libere di agire circa i subentri dei nuovi medici nei Nuclei;
  2. La spesa per i Nuclei di Cure Primarie, nelle loro modalità di gruppo o di rete, nel 2022, è stata all’incirca pari a quella delle altre ASL (circa 2.5 milioni per L’Aquila, contro i 2.3 milioni per Chieti, i 3.0 milioni per Pescara e i 3.1 milioni per Teramo); ci si chiede, pertanto, come possano le altre ASL procedere tranquillamente alle sostituzioni nei Nuclei. Il loro fondo economico è capiente? E come mai quello dell’Aquila non lo è, con spese sostanzialmente in linea con quelle delle altre ASL?
  3. La spesa totale per la Medicina Generale della ASL dell’Aquila nel 2022 è stata di circa 22.6 milioni, contro i 27.4 milioni di Chieti, i 26 milioni di Pescara e i 26.1 milioni di Teramo. Perché, dunque, la nostra ASL, spendendo fra i 4 e i 5 milioni in meno delle altre, non può procedere alle sostituzioni?
  4. La motivazione secondo la quale non sarebbe possibile procedere alle sostituzioni perché si sta trattando il nuovo contratto regionale è un altro pretesto vuoto: perché allora le altre ASL stanno procedendo tranquillamente alle sostituzioni? Le delibere di subentro dei medici dei Nuclei che sono andati in pensione iniziano dai primi mesi del 2022, fino ad arrivare a febbraio 2024: tutti atti illegittimi?

Come si può comprendere, si tratta di argomentazioni pretestuose che stanno penalizzando i giovani medici della nostra Provincia, i cittadini e le cittadine, i lavoratori e le lavoratrici dei Nuclei rispetto al resto della Regione, generando una vera e propria sperequazione tra territori. La reale motivazione del rifiuto è un’altra, e cioè una precisa volontà politica espressa nel Piano Strategico 2023-2025 della ASL, secondo la quale si è deciso di risparmiare sulla Medicina Territoriale, soprattutto sulle associazioni mediche e, in particolare, in tema di sostituzione nei Nuclei dei medici andati in pensione; in altre parole, la ASL decide di risparmiare tagliando i servizi e pregiudicando i livelli occupazionali, e lo fa proprio sulla Medicina Territoriale. Perché non si ha il coraggio di dirlo apertamente? Forse ci si vergogna di questa scelta? La grande disponibilità dimostrata dal Ministro della Salute nei nostri confronti cozza con la latitanza del Sindaco dell’Aquila, anche Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci della Provincia, che, ancora una volta, si è negato al confronto nella sede istituzionale del Consiglio Comunale, limitandosi ad inviare un comunicato stampa caratterizzato da inesattezze e strumentalizzazioni.

In risposta al Sindaco, ricordiamo che:

1) al numero “esiguo” di medici coinvolti nei subentri corrisponde un numero elevatissimo di assistiti della nostra Provincia (non solo, quindi, nella città dell’Aquila, ma, per citarne solo alcune, anche ad Avezzano e a Pescina) che perdono i servizi e l’assistenza continuativa che i Nuclei forniscono; inoltre, se davvero il numero è “esiguo”, qual è il problema economico?

2) la nostra mobilitazione è proprio in difesa dei giovani medici dei quali anche il Sindaco sembra preoccuparsi e che sono gli stessi, ad oggi, esclusi dalle Associazioni dei Medici di Base e che attendono da due anni che venga riconosciuto il loro lavoro;

3) la vertenza, oltre a tutelare i giovani medici, mira a preservare i posti di lavoro di decine di lavoratori e di lavoratrici impegnati da anni nei Nuclei per garantire la continuità assistenziale a migliaia di cittadini e di cittadine.

Infine, va detto che le scelte politiche ricadono sulla collettività e, pertanto, chiediamo ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni regionali della nostra Provincia, assenti nel corso dell’assemblea pubblica che si è tenuta il 15 febbraio u.s., di esprimersi, partendo dalla vicenda dei Nuclei di Cure Primarie, su quali siano i modelli organizzativi di Medicina Territoriale diffusa e di prossimità che intendono portare avanti in caso di elezione.

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