SULMONA – “Questo basta”. È la scritta che è apparsa nella busta di carta di colore giallo indirizzata all’ex comandante della polizia stradale, Luciano Bernardi e al suo braccio destro, Attilio Di Loreto. Entrambi avevano effettuato le indagini sui “furbetti del sonnellino”, gli agenti della polizia stradale accusati a vario titolo di truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione di atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. La procura della repubblica di Sulmona cerca la busta, il proiettile in uso esclusivo alle forze di polizia e il normografo, lo strumento tecnico che è stato autori dagli autori per scrivere la frase intimidatoria. La perquisizione ordinata dalla procura, a carico degli 11 sotto indagine, ha dato esito negativo. Venti poliziotti del commissariato e della polizia stradale hanno passato al setaccio uffici, abitazioni e veicoli degli indagati che hanno ricevuto avviso di garanzia. Ma l’indagine non è chiusa. Gli accertamenti investigativi si concentreranno sulle eventuali impronte digitali e sulle telecamere di videosorveglianza, collocate nei pressi delle abitazioni dei due presi di mira per cercare elementi utili e risalire agli autori. La scena, in particolare, è stata filmata a casa di Bernardi, dove la busta è stata recapitata dalla portalettere. La postina, sentita in procura, si è limitata a riferire di aver solo effettuato la consegna dall’ufficio di Tocco da Casauria. Non si esclude una perizia balistica sul proiettile calibro 9per 19(GFL) come pure la ricerca del dna sulla busta che potrà chiarire ulteriori aspetti. Intanto gli undici poliziotti hanno respinto le accuse per il tramite dei propri legali e preparano le contromosse. Dalle siglie sindaci arriva la solidarietà
Il Segretario Generale Provinciale del Siulp dell’Aquila, sottolinea: “Con estrema amarezza,
prendiamo atto dalla stampa del rinvenimento di proiettili nella posta di due colleghi che hanno preso parte alle controverse indagini, in attesa di epilogo, che da mesi stanno interessando la Sottosezione Polizia Stradale di Pratola Peligna. Esprimo innanzitutto vicinanza e solidarietà nei confronti dei due colleghi, destinatari di un cosi vile atto intimidatorio e come segreteria provinciale del Siulp, il sindacato maggiormente rappresentativo del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, chiediamo agli inquirenti di fare piena luce e nel più breve tempo possibile, sull’incresciosa vicenda, al fine di meglio comprenderne i profili”. “Quello che lascia perplessi, sono le perquisizioni disposte a tappeto nei confronti di undici poliziotti, gli stessi coinvolti nella precedente indagine, che dobbiamo quindi immaginare indagati anche per questo ulteriore fatto. E’ per questo che rimaniamo in attesa di prendere atto dei gravi indizi che hanno portato al loro coinvolgimento nelle indagini, poiché, diversamente opinando, la ricerca di prove nella abitazione e nelle auto di servitori dello Stato e delle loro famiglie; l’aver sacrificato mediaticamente, ancora una volta, la loro reputazione; l’aver esteso le perquisizioni fin dentro gli uffici della Sottosezione di Polizia Stradale di Pratola Peligna, offuscano non solo la rispettabilità dei poliziotti indagati, ma anche l’immagine della Polizia di Stato. Non possiamo non prendere atto e non riflettere, infine, che questa vicenda si concretizzi proprio poco prima che l’Autorità Giudiziaria si pronunci per l’eventuale rinvio a giudizio o per l’archiviazione riguardo le diverse posizioni insite nella precedente indagine”- scrivono dal sindacato
“Dubbi e perplessità”, tuttavia, esprime il Silp-Cgil che, come ieri il Siulp, pur manifestando vicinanza alle due vittime della minaccia, esprime la sua perplessità sui modi e gli strumenti utilizzati dalla magistratura nell’indagine legata alle buste di piombo, ovvero alla decisione, ieri, di eseguire perquisizioni nei confronti di undici dei diciannove indagati nell’inchiesta madre. “Quali gravi indizi sono stati il fondamento per emettere un decreto di perquisizione di tale portata? E soprattutto quale ratio è stata applicata per la scelta dei soggetti cui indirizzare tale atto? – scrive il segretario provinciale del sindacato – Si esprime la più ampia solidarietà a coloro i quali sono coinvolti in questa vicenda, ricordando che, oltre ad essere dei degni e umili rappresentanti dello Stato, sono delle persone con moglie e figli e che stanno ricevendo un trattamento, a livello mediatico, alla stregua dei più incalliti pregiudicati, danneggiandone ulteriormente l’immagine sia propria che della polizia di Stato”.