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Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) interviene sulla delibera regionale riguardante l’abbattimento dei Cervi con suddivisione dei capi abbattibili per classi di sesso ed età e scrive: “C’è da rimanere decisamente allibiti davanti alla recente decisione assunta dalla Regione Abruzzo: l’abbattimento di 469 esemplari di Cervo europeo (Cervus elaphus) nei comprensori venatori di Avezzano e Sulmona, dove avrebbero superato la densità prevista nel piano faunistico-venatorio regionale vigente. Il Cervo è stato reintrodotto in Abruzzo nel PNALM, nella Riserva naturale Valle dell’Orfento e nel Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. Nessuna valutazione di misure alternative, per esempio la cattura degli esemplari in esubero e il relativo trasferimento in aree dove il Cervo è assente o in ridotta densità, ben individuate nel P.F.V.R. Per evitare incidenti stradali causati dalla fauna selvatica potrebbero, in primo luogo, esser realizzate recinzioni alte e robuste, anche elettrificate a basso voltaggio, lungo la viabilità primaria e secondaria, finanziate anche con fondi comunitari e P.N.R.R.   In ogni caso i dati del 2022 parlano di 493 incidenti causati da “animale domestico o selvatico urtato”, pari allo 0,2% dei 217.527 incidenti stradali avvenuti in Italia. E’ stato, addirittura, stabilito un lugubre prezziario per l’abbattimento dei Cervi: con 50,00 euro un cacciatore abruzzese può abbattere un piccolo di meno di un anno d’età, con 100,00 euro può abbattere una femmina d’età inferiore a due anni. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) rivolge un forte appello alla Giunta regionale abruzzese perché revochi il provvedimento di apertura della caccia al Cervo e preveda misure alternative come il trasferimento degli esemplari ritenuti in esubero. Il GrIG sostiene la petizione popolare: Fermiamo la strage dei Cervi in Abruzzo, firmiamo e facciamola firmare!

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