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SULMONA. Da uomo di fiducia del boss Matteo Messina Denaro a bibliotecario nel museo di Santa Chiara a Sulmona. Il Tribunale della Libertà dell’Aquila ha concesso a L.C, la possibilità di uscire dal carcere per fare il volontario. Decisione contro la quale la procura generale della Corte di Cassazione ha presentato ricorso. Sulle sue spalle ci sono sentenze irrevocabili all’ergastolo, emesse dalla Corte d’Assise di Palermo, per associazione a delinquere a stampo mafioso, sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere. L’ex detenuto era l’unico ad avere il numero di cellulare del boss Matteo Messina Denaro, scomparso lo scorso anno dopo il rintraccio. Secondo la procura generale, “sarebbe come rifugiarsi in una situazione di comodo che gli consente di uscire dal carcere, anche rinunciando ad uno stipendio mensile a carico dell’amministrazione penitenziaria. Verrebbe in questo modo premiato solo per la sua condotta carceraria ineccepibile senza che si sia tenuto conto della sua statura criminale”. “D’altronde è qui dove comprano le attività i mafiosi quando escono dal carcere – scrive indignata su Facebook la consigliera comunale di minoranza, Teresa Nannarone -. Il tutto mentre il protocollo contro le infiltrazioni della criminalità giace nei cassetti del sindaco di Sulmona”

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