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“Le poco confortanti notizie del settore automotive preoccupano e non poco anche i lavoratori dei servizi collegati. Invitiamo le Istituzioni e la Comunità locale a prestare attenzione anche a coloro che con il proprio lavoro garantiscono, insieme ai dipendenti diretti, il buon funzionamento dello stabilimento ma che troppo spesso vengono dimenticati e lasciati ai margini delle trattative”. Il grido di allarme è dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, per lo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, dove a rischio sono 462 dipendenti della fabbrica, di cui 40 impiegati e il resto operai, a causa dei rallentamenti produttivi dell’ex Sevel di Atessa a cui la Magneti Marelli è collegata per l’80 per cento della produzione. A fine luglio i sindacati hanno sottoscritto con l’azienda produttrice di componenti per automotive un accordo per i contratti di solidarietà,  strumento di integrazione salariale che consente la tutela dell’occupazione attraverso la previsione di una diminuzione dell’orario di lavoro senza la perdita totale della retribuzione del lavoratore. Accordo che durerà fino ad agosto 2025. “A seguito delle difficili problematiche che il settore automotive sta affrontando in questo periodo e in considerazione delle ripercussioni sullo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, intendono porre attenzione sulla situazione che tutto l’indotto sta affrontando – spiegano i sindacati -. Ad oggi i lavoratori dell’appalto multiservizi si trovano a dover usufruire del Fondo di Solidarietà per fronteggiare i tagli dei servizi che la committente ha predisposto, cercando, allo stesso tempo, di garantire una buona qualità del servizio”. Da qui l’appello alle istituzioni.

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