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OPI. “Viveva con questo peso da mesi. Aveva l’immagine dell’incidente stampata nella mente”. E’ il racconto che i familiari di Antonello De Arcangelis Del Forno, il 51enne di Opi che si è ucciso la scorsa domenica nella sua abitazione, hanno affidato nelle mani dei carabinieri della compagnia di Castel di Sangro che si stanno occupando del caso. I militari, agli ordini del capitano, Giuseppe Testa, hanno sentito nell’immediatezza dei fatti la moglie, la figlia e il fratello di De Arcangelis Del Forno che era stato iscritto sul registro degli indagati per la morte del comandante dei carabinieri forestali di Villetta Barrea, Luca Pulsinelli. In un biglietto l’uomo ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto all’estremo gesto. “Sono stato io a causare l’incidente. L’ho ucciso e quella scena mi torna sempre in mente. Non riesco più a vivere e reggere il peso di quello che è successo. Non vivo più per il senso di colpa”- ha scritto il 51enne prima di recarsi nel garage della sua abitazione dove, in tarda serata, la figlia lo ha rinvenuto senza vita. Un dramma nel dramma, dal momento che il suicidio di De Arcangelis Del Forno è legato alla all’incidente mortale dello scorso 15 giugno quando, sulla strada provinciale 83 Marsicana, il comandante dei carabinieri forestali, aveva perso il controllo della moto, una Suzuki 600, in prossimità di una curva, dopo aver sorpassato un gruppo di ciclisti, che procedevano sul lato destro della strada. Poi l’impatto violento contro un muretto del canale di scolo, nella zona casette di Opi, cadendo rovinosamente sull’asfalto. Erano stati i ciclisti, testimoni della tragedia, ad allertare i sanitari del 118 di Pescasseroli, che avevano effettuato le manovre di rianimazione cardiopolmonare, purtroppo senza alcun esito. Tuttavia, dalle indagini effettuate dai carabinieri della compagnia di Castel di Sangro, si è scoperto in seguito che non si è trattato di un incidente autonomo. I militari infatti avevano raccolto le testimonianze di tutti i presenti, i quali avevano riferito che una vettura, prima dello schianto di Pulsinelli, aveva effettuato una manovra azzardata, tagliando la strada al comandante dei forestali. Il veicolo, una Fiat Panda, era stato quindi rintracciato dai carabinieri. E’ intestato alla moglie di De Arcangelis Del Forno ma, la sera di quel 15 giugno, c’era il 51enne alla guida come era emerso dalle testimonianze. A quel punto la procura aveva iscritto l’uomo sul registro degli indagati e disposto una perizia sull’auto per verificare lo stato del mezzo, la velocità percorsa e il tipo di manovre effettuate. Tuttavia l’inchiesta non è chiusa, come spiega il quotidiano Il Centro. La procura infatti vuole attendere l’esito degli esami per sciogliere tutti i nodi. Dagli atti d’indagine risulta infatti che, quella sera, dietro il 51enne c’era un’altra vettura che lo seguiva, viaggiando nella stessa direzione. Per questo gli investigatori vogliono chiudere il cerchio e capire se le responsabilità dell’omicidio stradale sono davvero imputabili a De Arcangelis Del Forno.

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