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SULMONA. Scorrimento della graduatoria o affidamento temporaneo in attesa di una nuova gara. Sono questi i due scenari che si aprono per la refezione scolastica cittadina dopo l’estromissione della ditta Rica, di Somma Vesuviana, che si era aggiudicata l’appalto da tre milioni di euro lo scorso giugno. In altre parole il servizio, bisognerà capire se solo temporaneamente e con che formula, sarà assegnato ad un altro gestore, verosimilmente la Ep che è la seconda in graduatoria ed è una delle società, insieme alla Coselp, che ha gestito la refezione scolastica fino a maggio dello scorso anno. L’esclusione è stata decisa dagli uffici comunali di Palazzo San Francesco per l’impossibilità di sottoscrivere il contratto con la ditta Rica, vista la difficoltà di reperire un centro di cottura. La ditta lo aveva inizialmente indicato a Bugnara per poi proporre la cucina della clinica San Raffaele, dove già svolge il servizio di ristorazione. Ma la cucina della struttura sanitaria, secondo la Regione chiamata in causa dalla Asl, non è idonea per la mensa scolastica. ‘E’ garantita la possibilità a parenti ed accompagnatori di usufruire, all’interno della struttura, di pasti caldi’. Pertanto è da escludersi l’estensione del suddetto servizio a utenti esterni”- scrive la Regione. Diversamente dagli uffici comunali, la Rica sostiene che il divieto è riferito al consumo di pasti alla San Raffaele da parte di estranei. “Nulla ha a che fare questa restrizione con l’uso della cucina come centro cottura. Cosa che d’altronde si fa in diverse cliniche e ospedali in tutta Italia”- spiegano dalla società che attende le prossime mosse da parte del Comune per valutare il da farsi. Al momento non sarebbe intenzionata a presentare un ricorso ma la vicenda potrebbe comunque finire sui tavoli della procura dal momento che famiglie e qualche consigliere comunale si sta attivando per portare gli atti in Tribunale. Nel frattempo i genitori dei novecento alunni, che non sanno ancora quando potranno sedersi a tavola, hanno minacciato azioni di protesta. Gli alunni finora si sono dovuti adeguare ai regolamenti varati dagli istituti scolastici che consentono di portare il panino o il pasto da casa, seguendo una serie di regole: posate identificate con il nome, porzioni monodose, tovaglietta da mettere sul banco, bicchiere, tovagliolo e un sacchetto a parte per contenere il tutto, con il cibo che deve entrare in classe la mattina insieme agli studenti.

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