PREZZA. Avevano allestito una sorta di bivacco-rifugio, munito di recinzione improvvisata, viveri e acqua. Il mercato dello spaccio, attrezzato al termine di un sentiero di montagna sul territorio comunale di Prezza, riforniva così clienti provenienti da tutta la regione. Emergono numeri e contorni preoccupanti dall’inchiesta sullo “spaccio nei boschi”, che ha portato l’altro giorno la guardia di finanza di Sulmona e Roccaraso ad arrestare un magrebino di 29 anni, dopo il rocambolesco inseguimento. Per mesi la banda ha movimentato la vallata peligna e il 29enne non è l’unico componente tanto che il suo amico, un connazionale, è riuscito a scappare, gettandosi tra i rovi. Secondo le prime stime effettuate dalle forze dell’ordine, sono circa 150 i potenziali assuntori che, da maggio fino allo scorso martedì, hanno fatto “rifornimento” dai magrebini che vendevano eroina, cocaina ed hashisc. Una media di venti grammi al giorno che permetteva loro di racimolare centinaia di euro. Il gruppo si era fatto vedere per la prima volta nell’area di Cansano dove i carabinieri avevano fatto un’irruzione, fermando uno dei componenti e denunciandolo per la detenzione di 80 grammi di eroina. I magrebini, a quel punto, avevano cambiato zona, spostandosi a Bugnara. Da lì la “tenda dello spaccio” si era spostata a Goriano Sicoli, Pratola Peligna e Prezza dove la popolazione si era allarmata per il via vai di automobilisti, a tutte le ore del giorno. Così i residenti avevano chiamato i carabinieri ed il sindaco, Marianna Scoccia, aveva informato a sua volta il Prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, per fermare il giro di affari.