SULMONA. Sarà un esperto a “ricostruire il mercato del settore funebre” per accertare l’esistenza di un danno. Lo ha deciso il giudice civile del Tribunale di Sulmona, Giulia Sani, che ha sciolto la riserva sulla causa che la Casa funeraria Caliendo- Celestial ha intentato nei confronti delle Confraternite cittadine. Entro il prossimo 31 gennaio, i due sodalizi dovranno mostrare le scritture contabili e tutte le fatture riguardanti lo svolgimento dei servizi funebri, emesse dal 2016 al 2020. Lo stesso dovrà fare l’Agenzia delle Entrate, chiamata a presentare i documenti sulle comunicazioni delle spese funebri, presentate dagli operatori. Il giudice ha inoltre ordinato al Comune di Sulmona di esibire “i documenti di trasporto salma”. La Casa funeraria, assistita in giudizio dall’avvocato, Armando Valeri, lamenta la concorrenza sleale per la violazione della legge regionale, la quale stabilisce che “l’attività funebre è incompatibile con la gestione del servizio cimiteriale e del servizio obitoriale”. In altre parole le Confraternite di Santa Maria di Loreto e della Santissima Trinità, secondo la Casa funeraria, non potrebbero offrire servizi funerari (ovvero organizzare i funerali) e allo stesso tempo essere proprietari e gestire i loculi del cimitero, perché, in sostanza, “si trovano così in una posizione di vantaggio sul mercato”. Una tesi che i sodalizi, tramite gli avvocati Lando Sciuba ed Anna Sara Di Pietro, hanno contestato, sostenendo che le Confraternite non gestiscono il cimitero, competenza questa che spetta al Comune come ha ribadito in Tribunale il sindaco, Gianfranco Di Piero. Nel merito si entrerà il prossimo 19 febbraio quando è previsto il giuramento del perito, Orazio Leombruni, chiamato ad analizzare fatture e documenti, “elencare i soggetti attivi per ciascuna annualità” e “determinare per ciascun operatore attivo sul mercato l’ammontare complessivo dei costi e dei ricavi per ciascuna annualità oggetto d’indagine e quantificare l’utile netto annualmente ricavato”.