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SULMONA – Conto alla rovescia a Sulmona per i riti della Settimana Santa che ogni anno richiamano nella patria del poeta Ovidio migliaia di turisti e pellegrini. Tutto comincia domani, la Domenica delle Palme quando viene presentato il coro dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità nel solenne concerto che ripropone con il canto le parole del salmo 50. L’appuntamento è alle ore 18 presso la Chiesa della Santissima Annunziata. Un gradito ritorno per il coro dell’Arciconfraternita. L’ultima volta risale a otto anni fa, il 5 aprile 2009, la vigilia del tragico sisma. Il lunedì santo le due Confraternite, quella di Santa Maria della Tomba e quella della Trinità, si riuniscono nelle loro cappelle per il consueto “sorteggio”. Vengono estratti a sorte, dalla mano dei più piccoli, i nomi dei componenti delle varie quadriglie. Si passa così al giovedì santo, dove la sera in tutte le Chiese cittadine viene allestito l’altare della Reposizione, erroneamente definito “sepolcro”. Venerdì Santo è il giorno della passione. Si celebra la Liturgia dell’adorazione della croce. Nel pomeriggio, intorno alle 17, è la Confraternita di Santa Maria di Loreto a dar vita alla sua “piccola” e raccolta processione che parte dalla Chiesa di Santa Maria della Tomba, attraversa una parte di corso Ovidio, piazza Minzoni e fa rientro nella stessa Chiesa. L’evento più atteso è la processione serale del Venerdì Santo, organizzata dall’Arciconfraternita della Santissima Trinità. La sua origine è fatta risalire ai drammi liturgici medioevali sin dai primi anni dell’XI° secolo. Quest’anno sono 190 anni da quando la gestione del corteo processionale è passata all’arcisodalizio trinitario, prima apparteneva alla Congrega dei Nobili. Il sabato santo si entra nell’attesa della risurrezione. In serata intorno alle ore 21 i vertici del sodalizio lauretano accompagnano la statua dell’Addolorata dalla Chiesa di Santa Maria della Tomba alla Chiesa di San Filippo Neri nella tradizionale “camminarella”. Una breve e sentita processione fra le due comunità. Il giorno di Pasqua migliaia di persone si assiepano in ogni angolo di piazza Garibaldi per assistere alla corsa della Madonna. Prima le tre tradizionali bussate degli apostoli Pietro e Giovanni che invitano la Vergine Maria ad andare incontro al figlio risorto. Un rituale voluto dalla tradizione ma Maria è la prima donna credente. Grande boato quando la Madonna esce dalla Chiesa di San Filippo e si incammina, vestita dai panni del lutto, verso il Fontanone, centro della piazza, luogo da dove parte la corsa. Cade il manto nero che lascia spazio al verde della speranza mentre sorge la rosa rossa al posto del fazzoletto bianco fra il volo delle colombe, lo sparo dei mortaretti e l’applauso della folla festante. Quattordici secondi pieni di emozione che portano anche una boccata d’ossigeno all’economia cittadina e muovono il turismo di tutta Italia.

Andrea D’Aurelio

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