SULMONA – Non sarà una grande festa della Polizia per coloro che hanno difeso fino all’ultimo la Polfer di Sulmona, chiusa definitivamente con il decreto firmato dal Capo della Polizia Franco Gabrielli il 31 marzo scorso. Il sindacato Coisp, ad esempio, non ha mai gettato la spugna e in queste ore sta ingoiando un boccone amaro dopo anni di lotte e mobilitazioni. Le ultime iniziative risalgono allo scorso mese di marzo con la raccolta firme contro la soppressione del presidio e a favore del potenziamento dell’organico. Prima ancora il Coisp aveva organizzato un sit-in presso la stazione ferroviaria, mantenendo alta l’attenzione sulla vicenda. Il Capo della Polizia Gabrielli aveva fatto capire a chiare lettere che la Polfer di Sulmona aveva le ore contate. «È inutile tenere aperti certi simulacri», aveva detto a un convegno al liceo Fermi, «i due agenti in servizio alla stazione potranno essere occupati diversamente nell’ambito del commissariato che va potenziato». Fino a cinque anni fa la sede di polizia alla stazione ferroviaria aveva cinque agenti, poi ridotti a due. Dal 2010 sono state 4.208 le persone identificate, tra cui molti detenuti con permessi speciali, 72 le autovetture controllate; 279 scorte ai treni viaggiatori; 92 contravvenzioni al codice della strada; 70 delitti in ambito ferroviario e 7 fuori dalla stazione; 8 arresti; 17 denunce in stato di libertà . Numeri e cifre che dimostrano l’importanza del secondo scalo ferroviario in Abruzzo, sede di un deposito di rame e dell’unica sala operativa regionale, con 65 treni in transito giornaliero, 200 dipendenti e più di 400 posti auto.
Andrea D’Aurelio