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SULMONA – “È necessario promuovere un primo incontro in cui, i soggetti istituzionali e rappresentati del volontariato e delle associazioni più direttamente attive, si confrontino per individuare idee e forme di collaborazione da condividere con il tessuto socio-economico locale”. Ad affermarlo in una nota è il consigliere comunale Fabio Pingue a proposito della valorizzazione del complesso monumentale dell’Abbazia Celestiniana. Un gioiello che è stato attenzionato con la destinazione di fondi ma ad oggi ci sono ancora cantieri fermi e un progetto vero e proprio ancora deve essere definito. Pingue non vuole che l’Abbazia resti una cattedrale nel deserto ed alza il livello della discussione. “L’Abbazia Celestiniana è un gioiello straordinario e il cui valore strategico per il territorio è universalmente riconosciuto, ma non può restare ostaggio della burocrazia o di decisioni assunte altrove”- tuona il consigliere che torna indietro di qualche giorno e più precisamente alla riapertura della Chiesa. “Per scongiurare il rischio che i finanziamenti del Master Plan, insieme a tutti gli altri impegnati nel corso degli ultimi vent’anni per il recupero del monastero, non producano una bellissima cattedrale nel deserto, è senz’altro arrivato il momento per avviare iniziative e collaborazioni per tentare di garantirne il futuro”- incalza- “anche in considerazione di evidenze come quelle riguardo al graduale assottigliamento del personale in grado di assicurarne la fruibilità dal lato MiBac e la impossibilità di destinare a scopi diversi il personale in servizio presso il Parco della Majella. Vogliamo quindi prendere spunto dalle parole di Anna Colangelo, del Direttore ad interim D’Amico e della direttrice del Polo Museale Arbace per sottolineare l’importanza che riveste il coinvolgimento degli attori locali, a partire dalle associazioni come la Celestiniana e i Volontari delle Frazioni che anche in questa occasione sono state di grande supporto nell’organizzazione dell’evento. Questo anche ripartendo da progetti già noti e lungimiranti, accantonati per le lungaggini delle amministrazioni che si sono succedute e degli uffici preposti”- conclude Pingue.

Andrea D’Aurelio

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