SULMONA – Usura e tentato omicidio con l’aggravante della crudeltà . Dovranno rispondere a vario titolo di questi reati D.R.S di 45 anni, S.B di 43 anni, S.L. di 22 anni, M.L. di 69 anni (famiglia Rom), arrestati questa mattina dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, diretto dal Vice Questore aggiunto Francesca La Chioma, su disposizione del Gip Marco Billi che ha accolto la richiesta del Sostituto Procuratore Stefano Iafolla. Tutto è cominciato dall’aggressione a colpi di chiave inglese, che risale allo scorso 19 settembre, da parte di una donna di etnia rom, finita in manette con la pesante accusa di tentato omicidio, ai danni della proprietaria di un autolavaggio. Ma le indagini condotte dagli uomini dell’Anticrimine, coordinati dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, hanno permesso di ampliare il raggio dell’attività investigativa fino a battere la pista dell’usura. Alla base dell’aggressione, come anticipato da Onda Tg, c’è un prezzo non onorato, circa 19 mila pagati dal 2014 quando il debito ammontava a circa 3 mila euro. L’interesse usuraio si attesta quindi intorno al 20%. Ma quando la famiglia della vittima ha cominciato a opporsi sono partite botte e minacce. La responsabile della brutale aggressione, accecata dalla rabbia, si è presentata nell’autolavaggio gestito da un’altra donna, di nazionalità straniera, dove sarebbe scoppiata una forte lite sfociata nell’aggressione a colpi di chiave inglese. Una scena da far west chiusa con il danneggiamento anche di un’altra auto che si trovava in quel momento nell’autolavaggio. La donna è scappata mentre la vittima è rimasta a terra, ancora insanguinata, fino all’arrivo dell’ambulanza del 118. In ospedale la donna è stata medicata e poi rilasciata con un referto di 45 giorni di prognosi, sciolta solo ieri. La vittima è stata minacciata anche di morte, insieme al figlio, dai parenti di D.R.S. L’autrice dell’aggressione dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio e usura mentre il figlio, il marito e la madre solo di reato di usura. L’indagine della Polizia ha portato a individuare i responsabili.
Andrea D’Aurelio