SULMONA – La famiglia Rom resta dietro le sbarre. Il Gip del Tribunale di Sulmona Marco Billi conferma la custodia cautelare in carcere per D.R.S di 45 anni, S.B di 43 anni, S.L. di 22 anni, M.L. di 69 anni; la prima ritenuta responsabile del reato di usura e del tentato omicidio con l’aggravante della crudeltà nei confronti della proprietaria di un autolavaggio mentre il figlio, il marito e la madre dovranno rispondere solo di usura. Il racconto di D.R.S. reso come dichiarazione nel corso dell’interrogatorio di garanzia non ha convinto il giudice secondo il quale il quadro indiziario è rimasto immutato. La donna si era difesa sostenendo che non sapeva nulla del prestito e aveva dichiarato di essersi recata nell’autolavaggio per chiedere conto alla proprietaria di una presunta storia d’amore con il marito. Poi aveva spiegato anche che la colluttazione era avvenuta davanti a una terza persona che, con un forcone in mano, si sarebbe intromessa e avrebbe colpito una delle due. Nulla di tutto questo per il giudice Billi che ha rigettato le istanze di scarcerazione presentate dai legali Silvia Iafolla che assiste tre dei quattro arrestati e da Giancarlo Santilli che assiste la 69 enne. Le indagini effettuate dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, coordinata dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, hanno stabilito che alla base dell’aggressione c’è un prezzo non onorato, circa 19 mila pagati dal 2014 quando il debito ammontava a circa 3 mila euro. L’interesse usuraio si attesta quindi intorno al 20%. Ma quando la famiglia della vittima ha cominciato a opporsi sono partite botte e minacce. La responsabile della brutale aggressione, accecata dalla rabbia, si è presentata nell’autolavaggio gestito da un’altra donna, di nazionalità straniera, dove sarebbe scoppiata una forte lite sfociata nell’aggressione a colpi di chiave inglese. Una scena da far west chiusa con il danneggiamento anche di un’altra auto che si trovava in quel momento nell’autolavaggio. I quattro restano in carcere fino a nuova decisione del Riesame al quale l’avvocato Iafolla ha presentato ricorso.
Andrea D’Aurelio