L’AQUILA – “In un momento difficile per il Paese e per l’Abruzzo si tratta di verificare se ci sono le condizioni per una iniziativa che vada oltre i vecchi e nuovi recinti politici e parli direttamente ai cittadini”. Così l’ex presidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, parlando, a margine di un convegno sulla Ricostruzione che si è svolto all’Aquila, della trattativa legata alla sua candidatura alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra alle regionali del prossimo 10 febbraio. Tutti stavano aspettando la data di oggi, giorno in cui Legnini poteva sciogliere la riserva, ma così non è stato. L’ex numero due del Csm prende altro tempo prima di scegliere se candidarsi o meno e tiene con il fiato sospesi quanti stanno aspettando da tempo la sua ultima decisione. “Solo dopo tali verifiche, peraltro già in corso, assumerò una decisione che in ogni caso non potrà prescindere dal profilo istituzionale e di indipendenza che ho praticato in questi anni”, ha sottolineato l’esponente del Partito Democratico non sciogliendo il nodo sulla sua discesa in campo chiesta all’unanimità dal centrosinistra. L’ex vicepresidente del Csm e sottosegretario all’Economia con delega al Cipe e alla Ricostruzione, subito dopo il termine del suo mandato al Consiglio Superiore della Magistratura, lo scorso 25 settembre, aveva annunciato una riflessione per tutto il mese di ottobre, prima di rispondere all’istanza della coalizione che punta su di lui per riequilibrare una partita che, secondo i dati e i sondaggi, vede favoriti il centrodestra e il Movimento cinque stelle. (a.d’.a.)