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SULMONA – La Regione chiama a raccolta i sindaci della Valle Peligna per la riorganizzazione della rete sanitaria ospedaliera. Si svolgerà il prossimo giovedì 13 giugno alle ore 14 presso il Palazzo dell’Emiciclo il vertice tanto atteso per discutere sul riordino della sanità. Si attende ancora l’ufficialità ma la spinta territoriale è stata forte e insistente negli ultimi giorni e l’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, ha convocato il summit che dovrebbe servire per ascoltare le esigenze dei singoli territori. A parlare di “assordante silenzio” da parte del governo regionale è stato il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, che a tamburo battente ha sollecitato l’apertura del tavolo per definire la classificazione dell’ospedale di Sulmona e la permanenza del punto nascita, due nodi ancora da sciogliere. “E’ ormai noto da anni che la logica dei numeri non è a favore del nostro territorio, come pure le ragioni dei tecnici. E’la politica oggi che deve dare risposte, anzi deve rispettare il patto con gli elettori della Valle Peligna, che hanno creduto alla promessa di una politica in discontinuità e ad un investimento reale su ospedale e punto nascita, tanto da assicurarne il mantenimento in un presidio sanitario di I livello. Per ora, invece, solo un assordante silenzio”- aveva detto la Casini mentre ad annunciare battaglia sulla sanità è stata anche il sindaco di Prezza, Marianna Scoccia, consigliere regionale Udc. Scoccia mantiene il pugno duro. “Basta fare rimpalli con la precedente giunta. Oggi ci siamo noi e dobbiamo dare risposte chiare e concrete. Io mi batterò e mi auguro che riusciamo insieme a valutare delle proposte significative per il nostro ospedale”- aveva esordito il sindaco-consigliere in occasione dell’apertura del punto d’ascolto a Pratola Peligna. A questo punto è necessario segnarsi la data sul calendario perché giovedì, almeno si spera, si dovrà ragionare a carte scoperte, tenendo conto che la riorganizzazione del sistema sanitario investe anche quella branca della sanità che si svolge sul territorio, fermo restando le prestazioni prenotate che saltano per sistemi di organizzazione interna, reparti con una sola unità che vanno avanti e stringono i denti, medici che vanno in pensione e vengono rimpiazzati dopo anni. “Inutile ad esempio parlare di numeri, se da noi un paziente ospedaliero non riesce a fidelizzarsi col proprio medico perché dopo qualche mese lo trasferiscono”- faceva notare la consigliera regionale della Lega, Antonietta La Porta, in occasione della visita dell’assessore Verì al nuovo ospedale. Che sia quindi una riorganizzazione che salvi ospedale e punto nascita ma che riaccenda la fiducia degli utenti verso la sanità dentro e fuori l’ospedale. Perché poi si rischia di avere un ospedale nuovo e antisismico, classificazione al top, reparti salvi ma senza gli utenti. Non sia mai.

Andrea D’Aurelio

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