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SULMONA – Al centro della diatriba ci sarebbero delle questioni legate al confine di proprietà tant’è che l’annosa vicenda è finita sui tavoli della giustizia. Non una semplice causa civile ma un procedimento penale per la pesante accusa di atti persecutori, nei confronti di una 52 enne di Sulmona, aperto dopo la denuncia di una coppia ultranovantenne, lei 90 e lui 95. La donna è stata prosciolta ieri dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Daniele Sodani, per difetto di querela. Ma la storia è sicuramente sui generis. La donna era finita sotto processo perché, stando al quadro accusatorio, avrebbe minacciato e molestato la 90 enne, ingenerando le un pericolo per l’incolumità, ripetendo spesso la frase “ti faccio nera, tanto a me non può fare niente nessuno”. Il 9 aprile 2019, addirittura, avrebbe detto all’anziana “ti faccio nera e ti sparo con la pistola di mio marito” per poi, a giugno dello scorso anno, strattonarla a terra e aggredirla fisicamente. La sulmonese, assistita dall’avvocato Alberto Paolini, nel corso delle indagini preliminari, sentita a sommarie informazioni, si è difesa sostenendo di aver proferito alcuna frase minacciosa alla vicina di casa, citando anche i testimoni che avrebbero assistito ai fatti. Come pure la 52 enne ha raccontato di non averla toccata nemmeno con un dito ma di essere stata lei etichettata con alcuni epiteti e ha escluso il riferimento alla pistola visto che ha il terrore delle armi e il marito, un appartenente alle forze dell’ordine, non porta mai le armi in casa. Alla fine il giudice Sodani ha pronunciato la sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela visto che l’anziana, a suo tempo, ha presentato solo un esposto che non ha la forza di reggere in giudizio la pesante accusa degli atti persecutori. Una vicenda al limite dell’incredibile ma soprattutto al confine delle rispettive proprietà.

Andrea D’Aurelio

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