“La pandemia da covid 19 ha prodotto conseguenze pesantissime su un territorio provinciale già martoriato da gravi eventi calamitosi. La struttura economica è composta in parte da grandi insediamenti industriali ma la prevalenza delle attività produttive ha una dimensione di piccola e media impresa. Apprendiamo, infatti, dai dati elaborati dal Progetto “Territori Aperti†dell’Università degli Studi dell’Aquila che la media degli addetti è inferiore sia a quella dell’intera regione Abruzzo che a quella dell’intero territorio nazionale”. E’ quanto scrive in un comunicato Francesco Merrelli segretario CGIL Provincia dell’Aquila
“Sempre dallo stesso report si evince altresì come la distribuzione degli addetti nei comuni del cratere sismico 2009 abbia subito in un decennio (2007-2017) variazione settoriali da non sottovalutare che meriterebbero di essere analizzate al fine di calibrare le decisioni per il rilancio delle attività produttive. Apprendiamo che mentre diminuisce la presenza di addetti nel settore industriale e commerciale, aumenta in edilizia, alloggi, ristorazione, attività professionali, scientifiche e tecniche e servizi alle imprese. Ancor più nello specifico leggiamo che crolla la presenza di addetti nel settore produttivo di computer, apparecchi elettronici e ottici mentre tende ad aumentare nel settore farmaceutico, nella produzione alimentare, nel tessile, nel legno, nella carta, nella stampa e nei mezzi di trasporto. La nostra provincia registra anche un ulteriore arretramento sulle quote di esportazioni di merci.
Per i nostri territori possiamo ormai parlare di terza crisi economica. L’attuale crisi, conseguenza di una immane emergenza sanitaria che rischia di compromettere definitivamente il nostro tessuto sociale ed economico, segue quella del 2008 da sovrapproduzione e quella successiva, del 2009, generata dalle calamità naturali.
Se analizzassimo i dati su menzionati legandoli all’andamento del territorio provinciale dell’ultimo anno si comprenderebbe pienamente la gravità della situazione di emergenza che si sta verificando. Dal report INPS del II quadrimestre 2020 rileviamo un aumento delle ore di cassa integrazione del 2024% nella variazione gennaio-agosto 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, con la sola cassa integrazione ordinaria incrementata del 3641%. Dai primi mesi della pandemia abbiamo avuto complessivamente circa 50000 lavoratori sospesi e, ad oggi, quasi il 5% della popolazione vive con il sostegno del reddito e con la pensione di cittadinanza.
Per il Programma Restart, oggi si prevede un nuovo flusso di risorse legate agli importi finanziati per la ricostruzione con la Legge di Bilancio, disponibili nei modi e nei tempi previsti dalle norme e dalle procedure che aggiunti agli oltre 79 milioni residui costituiscono la base di partenza per nuovi investimenti e per il rilancio del tessuto economico, sociale e culturale del cratere sismico del 2009. E’ evidente che per gestire al meglio tali risorse oltre ad una necessaria capacità di confronto mediante l’attivazione di tavoli di settore con il coinvolgimento delle parti sociali, imprenditoriali, associative e istituzionali è ancor più necessario rideterminare la tipologia di società a cui ci si rivolge. Ci vuole la consapevolezza di trovarsi davanti ad uno scenario sociale fatto di frizioni a causa dell’aumento di disuguaglianze favorite anche da una mancata visione di insieme e dalla parcellizzazione di erogazione di risorse sotto forma di misura economica non strutturata e senza prospettiva a lungo termine. É urgente convocare il Tavolo di Coordinamento Regionale per la Ricostruzione del sisma 2009 e iniziare una nuova fase di ascolto finalizzata alla programmazione degli interventi. Una partecipazione ampia e collegiale alle scelte che hanno ricaduta sul tessuto socio economico del territorio rappresenta il volano per accelerare l’uscita dalla crisi e per riconsegnare dignità al territorio stesso”.