Montepulciano, Passerina, Pecorino, sono solo tre tra i pregiati nomi dei nostri vini, prodotto doc che ci rappresenta nel mondo. Proprio per questo va tutelato e valorizzato. Invece, il nuovo decreto che il ministero delle Politiche Agricole intende emanare per regolamentare l’etichettatura dei vini presenta punti ancora non chiari o non sufficientemente espliciti, anche per le implicazioni di presentazione e confezionamento dei vini a denominazione.  Per questo il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Valentino Di Campli, chiede in una lettera all’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Abruzzo di lavorare insieme a un approfondimento normativo al fine di procedere di pari passo nei rispettivi tavoli istituzionali, vista la delicatezza della questione e l’importanza strategica ed economica del patrimonio regionale. Il Consorzio vuole lavorare con le Istituzioni regionali per mettere in evidenza, tra i punti critici del nuovo decreto, le regole sull’etichettatura. Prendendo l’esempio della menzione “Montepulciano”, eÌ€ previsto che il nome della varietà ̀ possa essere scritto in etichetta nei caratteri secondari, aspetto che potrebbe indurre in confusione il consumatore nella scelta tra la Doc “Montepulciano d’Abruzzo” e un vino doc o Igt di altre regioni. “Per il Montepulciano – spiega Di Campli – sarà necessario prevedere regole puntuali, tali per cui il nome varietale non possa essere scritto vicino alle diciture che riportano la denominazione e che abbia caratteri e dimensioni evidenti. In questa direzione, se non sarà possibile impedire o cambiare l’articolato in discussione, sarà quanto meno opportuno prevedere per quali denominazioni Doc e Igt potrà ̀ essere utilizzato nell’elenco degli ingredienti presente nella retro-etichetta il termine Montepulciano”. Per Di Campli, inoltre, è necessario introdurre principi finalizzati a proteggere le varietà ̀ autoctone a bacca bianca Pecorino, Passerina, Cococciola e Montonico per le quali il Consorzio chiede alla Regione di sostenere l’utilizzo esclusivo per i vini e spumanti Doc e Igt abruzzesi (per pecorino e passerina anche per quelle marchigiane). “Si tratta di una norma fondamentale per i prossimi decenni per il mondo vitivinicolo abruzzese – sottolinea il presidente – I nostri produttori da anni investono su queste varietà autoctone. E’ opportuno che questo grande lavoro sia tutelato e riconosciuto come patrimonio della nostra regione”. La volontà del Consorzio è di continuare a tutelare il patrimonio varietale della proposta enologica abruzzese, da sempre valorizzata dallo stesso organo consortile che lavora in sinergia con le tante aziende e cooperative abruzzesi che ne fanno parte – in modo che possa continuare ad essere competitiva sui mercati nazionale e internazionali.