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«Caratteristica dei bacini sciistici abruzzesi ed appenninici, dall’Aquila alla Maielletta, passando per il Gran Sasso teramano e l’area di Roccaraso – prosegue Di Dionisio – è proprio un diverso rapporto e una diversa proporzione tra le strutture ricettive e impianti di risalita: la loro prossimità, spesso non a grandi strutture alberghiere, ma a piccoli centri, determina un’ospitalità più diffusa, che passa spesso attraverso le seconde case nei borghi, il loro recupero abitativo, la valorizzazione di attività di ristorazione a artigianali di qualità. La scelta del governo, in materia di sostegni, finisce dunque per essere estremamente penalizzante per territori come il nostro, e di tutto vantaggio per altre aree, come il nord: dove prevale l’accoglienza in grandi strutture ricettive in prossimità degli impianti di risalita». Da qui la richiesta di Cna Turismo Abruzzo di procedere a una «riscrittura integrale del provvedimento, fondata su un più equilibrato rapporto tra impianti di risalita e strutture ricettive».

Una condizione di disagio, quella degli operatori del turismo organizzato abruzzese, cui si aggiunge anche la lunga attesa per la erogazione dei ristori previsti dalla stessa Regione Abruzzo a favore di agenzie turistiche e tour operator: «Si tratta di stanziamenti previsti nel 2020 – conclude Di Dionisio – ma non ancora nella disponibilità delle varie attività, che reclamano una boccata d’ossigeno dopo il blocco delle attività».

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