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Il Consiglio regionale nella seduta del 25 marzo 2022 ha approvato all’unanimità la legge “Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”, presentata dai gruppi consiliari di centrosinistra in Regione. È un risultato importante per l’Abruzzo, che non aveva una legge a riguardo, ed è importante che l’abbiano approvata tutti i componenti del Consiglio, perché vuol dire che è stata compresa e apprezzata e che si è lavorato nell’interesse dei due bacini montani che la potranno utilizzare. Oggi i gruppi consiliari del centrosinistra in Regione assieme agli amministratori della Maiella lo hanno comunicato ai tanti appassionati, speleologi, amanti del turismo open air e studiosi. Presenti anche Gabriele Di Pierdomenico sindaco di Abbateggio, Simone Romano D’Alfonso sindaco di Lettomanoppello, Arianna Barbetta assessore del Comune di Lettomanoppello, Antonio D’Angelo sindaco di San Valentino in AC., Dino Marangoni consigliere del Comune di Scafa, Gianni Placido sindaco di Turrivalignani. I siti minerari dismessi sono un patrimonio storico, archeologico, paesaggistico e ambientale e rappresentano una rilevante e preziosa occasione di sviluppo turistico-culturale per la Regione Abruzzo. Il patrimonio minerario abruzzese costituisce un tesoro sommerso che deve essere portato alla luce e valorizzato per renderlo un tesoro per il futuro. In alcuni casi, le miniere diventano anche “geosito”, come è stato per alcune miniere della Maiella che sono rientrate ufficialmente come geositi del Geoparco della Maiella. Attualmente il Majella Geopark annovera ben 95 geositi, cui viene riconosciuta un’elevata importanza testimoniale anche di livello internazionale, e che insieme alle altre componenti ambientali compongono il patrimonio naturale di questo comprensorio regionale. Un geosito può essere definito come una località, area o territorio i cui caratteri geologici e geomorfologici hanno acquisito un significativo valore scientifico, culturale, storico, estetico, sociale o economico, per cui la sua conservazione è giustificata da un interesse sia esso di tipo stratigrafico, paleontologico, strutturale, sedimentologico, geomorfologico antropologico. Tra i valori sociali, economici e quindi anche di carattere antropologico che possono connotare un geosito, sono compresi anche i vecchi siti geo-minerari.

Questa legge costituisce una linea guida fondamentale da seguire per offrire al territorio regionale una proposta turistica alternativa, perché la fruizione delle miniere da parte dei visitatori arricchisce di nuovi elementi il turismo ‘slow’ e ‘open air’ della Regione Abruzzo, per vacanze alla scoperta dei luoghi e della cultura locale.

Il GRAIM (Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Majella) nel corso degli ultimi 8 anni ha contribuito alla riscoperta di decine di miniere e centinaia di accessi in Abruzzo e riportato alla luce resti delle infrastrutture industriali (fra cui binari, carrelli, tralicci..).

Dopo la cessazione della fiorente attività mineraria, che ha interessato la nostra Regione nel ‘900, è rimasto un considerevole patrimonio minerario da conservare, riconvertire e riqualificare e soprattutto rendere sicuro. È un patrimonio che riveste un interesse storico, ambientale, naturale e di studio, scientifico, culturale, di storia del lavoro e paesaggistico. I siti minerari costituiscono importanti opere di ingegneria e di archeologia industriale che dovrebbero essere oggetto di progetti di recupero funzionale e riconversione a fini storico-museali da inserire nell’ambito di circuiti didattici e di turismo culturale e ambientale finalizzati anche alla conservazione della memoria storica dei luoghi.

Secondo i dati Istat nella nostra Regione risultano 40 giacimenti minerari abbandonati che si trovano:

PROVINCIA DI PESCARA (12 siti/bacino minerario): Abbateggio, Lettomanoppello, Manoppello, Roccamorice che sono i 4 Comuni che nel proprio territorio hanno una miniera e poi Caramanico Terme, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Serramonacesca, Tocco da Casauria, Turrivalignani, Bolognano, Popoli che costituiscono il bacino minerario.

PROVINCIA DE L’AQUILA: Cagnano Amiterno, Lucoli, Rocca di Cambio, Rocca di mezzo, Ovindoli, Lecce nei Marsi, Villavallelonga

Negli ultimi anni già 5 Regioni (Lombardia, Liguria, Piemonte, Sardegna e Valle d’Aosta) si sono dotate di una specifica legge in materie di miniere dismesse, dimostrando la centralità e l’importanza di garantire una “nuova vita” al patrimonio storico minerario, la cui valorizzazione può generare ricadute positive anche a livello occupazionale. Non sono mancate iniziative parlamentari volte a definire e circoscrivere le funzioni regionali in materia. In Abruzzo si sono svolte e continuano a svolgersi iniziative culturali di riscoperta dei siti minerari, attraverso specifici eventi organizzati da cooperative e associazioni del territorio. In particolare, l’operazione portata avanti da Lettomanoppello che l’anno scorso hanno inaugurato il “sentiero dei minatori”, che porta ai siti minerari di Santa Liberata, la galleria del ponte e la miniera Iconicella. Oggi la Regione Abruzzo si dota di uno strumento legislativo che consente da un lato di riordinare la situazione delle miniere dismesse presenti sul territorio regionale e metterle in rete e dall’altro permette, sulla base di precisi criteri autorizzativi, di una specifica formazione degli operatori che prevede l’attribuzione di determinate responsabilità, la valorizzazione e un riutilizzo a fini scientifici, culturali, paesaggistici e turistici dei siti, in un’ottica di sostenibilità e di piena sicurezza. Il tutto, sarà attuato attraverso un percorso che vedrà la partecipazione di tanti attori coinvolti, dagli enti locali, alle associazioni, fino agli enti parco e alla soprintendenza. Il cuore del Progetto di Legge è definito con l’Art.2 ed è il “Programma Regionale per il recupero e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”. Da questo strumento dipenderanno sia il coordinamento di tutte le attività istituzionali in materia di miniere dismesse, sia le linee e gli indirizzi per lo sviluppo delle attività condotte dagli enti locali. Nello stesso verranno individuati i parchi minerari e le miniere museo; alla sua stesura contribuirà un Comitato Consultivo, previsto dall’Art. 9 della Legge, e che sarà composto, oltre che dalla Regione Abruzzo, da Anci, Upi, Uncem, Sovrintendenza, Enti Parco Nazionale della Maiella, Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco del Gran Sasso – Monti della Laga e Parco Regionale Sirente-Velino (parchi su cui incidono le miniere dismesse) e da una rappresentanza degli operatori del settore in cui viene garantita la presenza di associazioni speleologiche; l’art. 3 disciplina e definisce Parchi geominerari e miniere-museo che hanno disposizioni più stringenti rispetto alle modifiche che potrebbero incidere sulla morfologia del territorio e sugli equilibri paesaggistici, ambientali e geominerari; il Progetto di Legge fornisce anche l’occasione per un puntuale censimento dei giacimenti presenti in Abruzzo (art. 5), del quale la Regione possiede già un consistente archivio, per il cui aggiornamento e messa a sistema la legge stanzia 80mila euro; un’importante novità, inoltre, è la previsione di precise regole in merito alle autorizzazioni necessarie all’utilizzo del patrimonio minerario dismesso, nonché per la sicurezza dei fruitori (turisti, sportivi, studiosi e tecnici…) dei siti, che si attuerà anche attraverso una specifica formazione degli operatori accreditati per la messa in sicurezza del sito sia per il recupero funzionale che per fini turistici.

Il testo contiene rilevanti specifiche in merito alla tutela dei siti e alla bonifica di quelli che si trovano in condizioni tali da necessitarla. In particolare, l’art. 10 prescrive che gli interventi di bonifica dei siti minerari dismessi vadano attuati garantendo il più possibile il mantenimento di strutture e manufatti, anche delle forme minerarie residuali, e senza alterare la morfologia del patrimonio minerario originario. Non abbiamo voluto presentare una delle tante leggi-provvedimento, ma una normativa che aiuti la Regione Abruzzo, il turismo e la storia culturale dei siti minerari, con una pianificazione a monte rispettosa delle linee guida presenti in questa proposta.

Promotori della proposta: Gabriele Di Pierdomenico sindaco di Abbateggio, Simone Romano D’Alfonso sindaco di Lettomanoppello, Arianna Barbetta assessore del Comune di Lettomanoppello, Antonio D’Angelo sindaco di San Valentino in AC, Dino Marangoni consigliere del Comune di Scafa, Gianni Placido sindaco di Turrivalignani, Dino Di Cecco del Graim (Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Majella) Marianna Scoccia – Capogruppo del Gruppo Misto in Consiglio regionale, Dino Pepe – Consigliere regionale, Silvio Paolucci – capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale.

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