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Dopo tante polemiche, viene reso pubblico il contenuto dell’incontro tra medici e dirigenti dell’Asl1 e a parlare è il direttore del dipartimento chirurgico dottor Pierluigi Di Stefano: “Il cambio delle modalità di acquisto dei presidi chirurgici, necessario per evitare gli sprechi degli anni scorsi e fare investimenti con le somme recuperate, ha dato vita una fase di transizione da cui sono scaturite delle difficoltà che saranno superare col nuovo approccio operativo. L’esame della situazione e la soluzione dei disagi dovuti all’introduzione di questi cambiamenti nell’approvvigionamento del materiale da sala operatoria”, aggiunge Di Stefano, “era in agenda da molti mesi ma, a causa della quarta ondata della pandemia, il confronto con i chirurghi e la dirigenza era stata rinviato e solo nei giorni scorsi è stato possibile effettuarlo. Nel passato l’acquisto dei materiali veniva fatto in maniera diretta e con questa modalità la spesa aumentava fino a raddoppiare. Era quindi doveroso modificare le procedure di acquisto, aspetto condiviso da tutti i chirurghi, per recuperare risorse e reinvestirle per potenziare organici e tecnologie. Da parte sua, la direzione Asl ha riconosciuto che in questa fase di transizione bisognava procedere comunque agli acquisti di presidi necessari per il proseguimento dell’attività operatoria. Per quel che riguarda il personale, alcune sale operatorie sono in sofferenza perché gli infermieri spostati ai reparti Covid non sono stati sostituiti, difficoltà colmate grazie alla dedizione del personale di sala operatoria che ha effettuato turni aggiuntivi molto gravosi; la direzione Asl ha assicurato che al più presto tali carenze verranno colmate. Mi auguro, come sta già accadendo, che vi sia un dialogo sempre più continuo e serrato fra gli operatori della chirurgia e i vertici Asl al fine di centrare l’obiettivo di gran lunga più importante, la cura e l’assistenza del malato. Anche se non adeguatamente divulgate, la nostra azienda è fatta di eccellenze che le consentono di essere la prima in Abruzzo per mobilità attiva”, conclude Di Stefano.

 

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