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Premio Suffoletta a Ibarra e D’Amario. Sul palco le atlete Patricelli e Pagliuca

Con il commovente ricordo di Antonia Paladino, medico partigiana e politica abruzzese d’adozione e calabrese di nascita che salvò tanti ebrei dalla persecuzione nazifascista, si è conclusa domenica sera al Comune di Roccaraso la 29ma edizione del Premio Benigno e Filomena Suffoletta, come sempre organizzato e condotto dall’omonima Associazione guidata dai figli Gaetano e Pina.

A ricordare Antonia Paladino è salito sul palco il nipote Francesco Cuzzi Brancacci, che ha ricordato che la nonna realizzò un ospedale da campo al cui interno vi era un laboratorio dove realizzava e stampava foto per documenti falsi. Fra le immagini dei documenti falsi scorse sul maxi-schermo quelle della falsa carta d’identità della vera Lea Luzzati Segre. Dopo la guerra e la specializzazione in Psicologia in Svizzera, la Paladino è stata sindaca democristiana di Scilla (Rc): intercettò i fondi Marshall e fece costruire le prime case popolari. Nel 1974 fu costretta a trasferirisi a Pescara per le minacce mafiose subite a causa della sua trasparenza e onestá.

L’evento è stato aperto con la “Menzione speciale” alle atlete amatoriali Paola Patricelli e Roberta Pagliuca (quest’ultima gareggia in carrozzina) esempio di amore per lo sport, di amicizia e di solidarietà che permesso loro di compiere imprese sportive come la mezza maratona. “Corriamo insieme e diventiamo una persona sola – ha detto la Patricellia ora ci stiamo preparando alla maratona intera: già confermata quella di Parigi siamo in attesa di essere ammesse a quella di New York. Parigi. Roberta per correre spinta da Paola ha bisogno di una carrozzina speciale, acquistata grazie a una raccolta fondi fatta in 48 ore grazie all’aiuto di Linus e del suo programma su #RadioDeejay.

Nel mezzo la consegna dei Premi (una medaglia d’oro realizzata dal maestro orafo di Roccaraso Franco Coccopalmeri), ricevuti solo manager Maximo Ibarra e dall’attrice Sara D’Amario, a causa del forfait per motivi di salute dell”imprenditrice Marina Cvetic che ha inviato una lettera di scuse e ringraziamenti: si è detta onorata per un premio che valorizza il suo lavoro di imprenditrice vitivinicola.

Ibarra, in passato ha guidato Wind e Sky Italia, oggi è ceo della Engineering Ingegneria Informatica, una multinazionale da 15mila dipendenti con sedi in varie parti d’Italia e nel mondo. Nato in Colombia, laureato in Scienze politiche alla Sapienza di Roma, preferisce vivere in Abruzzo e non in una delle città sede della sua azienda. Ibarra ha detto che oggi un buon manager deve avere la capacità di “portare avanti il business e l’innovazione interna: è importante anche il fattore umano, soprattutto nelle grandi realtà. La tecnologia permette a qualsiasi azienda di entrare nel tuo business. Poi c’è anche l’intelligenza artificiale: da noi ci sono 500 esperti”. Alla domanda di Gaetano Suffoletta su pregi e difetti delle aziende italiane, Ibarra ha detto che ci vogliono le academy aziendali e il “long live learning”. “Noi collaboriamo con 60 universitá ma il desiderio é sempre d’imparare con curiosità. Poi ci vuole l’adattabilità. In Italia ci sono sempre meno giovani e sempre più richiesta di lavoratori, a causa del calo demografico e dei giovani che vanno all’estero, anche se poi alcuni ritornano. L’Ocse ha rivelato che fra tre anni il 60% dei lavori che serviranno oggi non esistono”. Il manager è stato premiato dal deputato Nazario Pagano che, occupandosi anche di cyberspazio e sicurezza, ha concordato con IBarra su fatto che il nostro Paese ha un potenziale straordinario ma che bisogna come Parlamento saper adeguare le leggi alla velocità dell’innovazione tecnologica, riferendosi soprattutto al pericolo hacker.

Infine il Premio alla D’Amario, piemontese con origini paterne abruzzesi (Pretoro): “Se il tema di questo Premio è anche l’amore, io amo il mio lavoro e amarlo è il primo approccio alla felicitá. Da 30 anni sono in lungo processo di apprendimento continuo. Il mio maestro è stato Luca Ronconi, sono stata fortunata”. L’interprete di tanti film e di fiction come “Doc”, “Don Matteo” o “Distretto di polizia” ha detto di non aver paura dell’intelligenza artificiale rivelando di studiare ChatGpt “per capire quante volte mi chiede scusa per non saper rispondere alle mie domande”. Fra i dialetti predilige quello abruzzese imparato dal Padre, sin da piccola quando scendeva da Moncalieri in vacanza in Abruzzo: “Ero piccola e quando mia zia mi parlava in dialetto al principio pensavo: ‘ma come parla bene l’inglese!'”.

Nel ricevere il dono del defibrillatore da Alessandro Di Tunno della Banca Generali, il sindaco di Roccaraso Francesco Di Donato ha ricordato Benigno e Filomena Suffoletta: “Grazie al vostro papá e la mamma la nostra comunità è cresciuta; tutti i concittadini li ricordano con affetto”.

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