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SULMONA – Eventuali ricorsi sono possibili solo in riferimento all’esito del congresso e non più sull’anagrafica vista la scadenza dei termini. Lo ha comunicato la commissione nazionale di garanzia del partito democratico, all’indomani della concitata domenica sulla convocazione e sconvocazione del congresso per l’elezione del Segretario nazionale. La diatriba riguarda l’ammissione al voto dei dimasciani e di quanti sono rientrati nel partito dopo essersi candidati negli ultimi due anni in aperto contrasto con la linea dello stesso. La commissione nazionale, dopo le recenti determinazioni che avevano portato ad escludere 42 aspiranti al voto, ha comunicato che “è da ritenersi superata la precedente sospensione e, pertanto, occorre fissarne la celebrazione”. E ancora che “ai sensi del regolamento del congresso, è ora possibile fare ricorso esclusivamente sull’esito del congresso, essendo scaduti i termini per i ricorsi sulle anagrafi”. Sostanzialmente fa fede il verdetto adottato nei giorni scorsi dalla commissione nazionale di garanzia che aveva confermato quanto già messo nero su bianco dalla commissione regionale, presieduta dall’avvocato Carlo Benedetti, il quale starebbe valutando anche di adire le vie legali in riferimento alla nota diffusa nei giorni scorsi dal circolo locale dei dem. Nel 2020- avevano rilevato i dem sulmonesi- Benedetti “ha espulso Di Masci e i colleghi consiglieri comunali per gravi motivi, mentre oggi si assume, davanti a tutta la comunità democratica regionale, la responsabilità di diventare il primo difensore di Di Masci & co., contro le norme dello Statuto”. Un passaggio che potrebbe avere una coda giudiziaria. Anche se il vero problema resta politico. Un cul-de-sac che rischia di trasformarsi in un caso nazionale dal momento che le urne restano chiuse. In attesa di nuova convocazione.

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